L&rsquo;uscita dal <i>lockdown</i>, ovvero dalla fase della quarantena e del confinamento, &egrave; riassumibile in una parola-chiave: ripartenza. La produzione &egrave; ripartita, gli spostamenti sono ripartiti, gli eventi pubblici sono ripartiti, e cos&igrave; gli assembramenti di persone, l&rsquo;inquinamento e altre conseguenze dell&rsquo;azione umana. Ma per molte persone, che gi&agrave; erano in condizione di grande vulnerabilit&agrave;, si &egrave; trattato di una falsa ripartenza: i minori, i poveri, le persone con disabilit&agrave;, quelle private della libert&agrave; personale, chi deve vivere per strada, le donne di fronte a un mercato del lavoro discriminatorio. E poi nella ripartenza restano oscurate alcune domande: che ne sar&agrave; dei diritti, del lavoro, della giustizia?<br />&ldquo;Scommettere sui diritti dei laterali, i marginali, i pi&ugrave; deboli che non hanno voce, difesa o lobby, significa ricominciare a tessere un filo, rendere pi&ugrave; forte la societ&agrave;, in nome di tutti&rdquo;. (Marco Damilano)<br />Con il patrocinio di Amnesty International.