&laquo;Chi sono gli angeli? Non le misteriose entit&agrave; di alcune religioni, la cristiana in primis, ma la metafora, di schietta impronta romantica, degli &ldquo;esclusi&rdquo;, dei &ldquo;solitari&rdquo;, dei &ldquo;selvaggi&rdquo;, degli &ldquo;eterni bambini&rdquo; (tutti termini usati da Fusi). Angeli affetti dal &ldquo;morbo&rdquo;. Anche la malattia &egrave; tema schiettamente romantico e decadente. Malattia, morte, negativo, sono stati esplorati a fondo e declinati in mille modi dalla cultura degli ultimi due secoli. Fusi si inserisce in modo personale e creativo in questa tradizione, affinch&eacute; resti viva e vitale, arricchita da sempre nuove esperienze storiche ed esistenziali. Ma quale &ldquo;morbo&rdquo;? Il morbo della &ldquo;distanza&rdquo;.&raquo;<br /><br /><b>Luciano Fusi</b> &egrave; nato a Pontedera il 12 giugno 1956, attualmente risiede a Ponsacco (Pisa). Ha iniziato a scrivere poesie sul finire degli anni Settanta, da autodidatta, continuando poi un suo personale percorso di ricerca linguistica, anche attraverso l&rsquo;incontro con professori universitari (come Silvio Guarnieri) ed altre figure di rilievo del mondo della letteratura. Ha collaborato con diverse riviste letterarie, iniziando poi a pubblicare alcune sue opere e ottenendo importanti riconoscimenti. &Egrave; stato anche regista e attore, dedicandosi a temi importanti come la vita, la morte, il disagio psichico e la difficolt&agrave; del vivere quotidiano e nel 1997 ha fondato l&rsquo;Associazione Culturale e teatrale &ldquo;Il Teatro di Campana&rdquo;. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: <i>Rivolte di passione</i> (1986), <i>Nuovi idilli</i> (III quaderno della rivista letteraria &laquo;Ghibli&raquo;, per cui &egrave; stato nel 1986 responsabile organizzativo, 1992); <i>Il corpo del luogo</i> (1996) con prefazione di Giorgio Barberi Squarotti; <i>Nonostante voi </i>(2000), un testo teatrale; <i>Nel ricordo d&rsquo;antico Sogno</i> (2002), dedicato ai dipinti di Antonio Possenti su Arthur Rimbaud; <i>Immagini di scrittura</i>, trenta poesie a Ernesto Che Guevara, (2007), <i>La stanza di Haar</i> (2009); <i>Dal genio al genio</i> (2012), flusso di incoscienza per Carmelo Bene e, infine, <i>Atomo</i> (2016).