Della Russia sovietica, per solito, si dice molto male o troppo bene. Chi la sede detestabile e chi la vede ammirevole. &Egrave; raro trovare giudizi che non siano assoluti. Il fatto &egrave; che l&#39;U.R.S.S. presenta gli aspetti pi&ugrave; contraddittori e si rivela volta a volta feroce ed umana, paradossale e ragionevole, barbara e progressiva, assurda e logica. Ognuna delle sue faccie multiformi ha quanto basta per suscitare orrore o simpatia.<br />La proporzione fra il male ed il bene non pu&ograve; essere percepita con una certa chiarezza se non si tiene conto delle speciali condizioni di questo immenso Paese la cui unit&agrave; politica fu fatta dai mongoli, della natura di questo popolo che nella sua grande maggioranza &egrave; rimasto per istinto nomade come agli inizi della sua storia, e della formazione di questa strana civilt&agrave; slava, recente e patriarcale, nella quale due sole grandi influenze hanno lasciato una traccia profonda: quella di Tamerlano e quella di Pietro il Grande.<br />Dopo aver rovesciato sulla Russia tutte le devastazioni, tutte le catastrofi, tutte le miserie, la Rivoluzione sovietica &egrave; entrata in un impetuoso e convulso periodo di ricostruzione moderna, il quale assume una linea di grandiosit&agrave; imponente ma si fonda, come una guerra, su sacrifici inenarrabili di popolo.<br />Ad onta dei suoi errori, dei suoi sperperi, delle sue follie e delle sue atrocit&agrave; lo sforzo immenso e disperato dell&#39;U.R.S.S. per raggiungere immediatamente primati industriali e scientifici non pu&ograve; essere osservato senza stupore, se non altro per la sua stessa smisurata vastit&agrave;. Ma non si avrebbe una chiara idea di tale esorbitante fatica se ci si fermasse a contemplare le gigantesche realizzazioni russe senza considerarne il costo, l&#39;efficenza e le ragioni.