Mario, ricercatore, per trovare un lavoro adeguato ai suoi studi è emigrato negli Stati Uniti, dopo essere stato assunto via Skype. Anna, che ha conosciuto l'Italia tramite i romanzi di Gadda, ha lasciato Mosca per inseguire il sogno di fare la giornalista a Milano, tra mille difficoltà. Sara in dieci anni non ha mai ottenuto un contratto stabile e ben retribuito. Sono alcune delle storie raccolte in questo viaggio da Milano a Salerno, passando per Roma. È il racconto della generazione sospesa, quella messa all'angolo dalla crisi economica e da un Paese che in passato non ha saputo badare al futuro dei propri figli. Dalle loro parole traspare l'impotenza precaria di chi non può, per ragioni indipendenti dalle proprie capacità, immaginare il futuro. Restano in attesa, nella continua ricerca di un'occasione. La maggior parte di loro ha già superato i 30 anni. Sono loro lo specchio dell'Italia che da Nord a Sud costringe i propri ragazzi a immaginarsi lontani dal Paese che li ha cresciuti. È questa, spesso, la massima ambizione e la definitiva condanna della generazione sospesa.