Tra i romanzi pi&ugrave; noti di Pirandello, pubblicato per la prima volta a puntate su &quot;Nuova antologia&quot;, nel 1904. Con questo romanzo Pirandello supera i confini regionali e sociologici del suo mondo per concentrarsi sempre pi&ugrave; sul caso umano, sulla crisi segreta della coscienza, sul dramma dell&#39;individuo atomizzato e isolato in un caos senza nome.<br /><br />Dall&#39;incipit del libro: &quot;Una delle poche cose, anzi forse la sola ch&#39;io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de&#39; miei amici o conoscenti dimostrava d&#39;aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo: &mdash; Io mi chiamo Mattia Pascal. &mdash; Grazie, caro. Questo lo so. &mdash; E ti par poco? Non pareva molto, per dir la verit&agrave;, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter pi&ugrave; rispondere, cio&egrave;, come prima, all&#39;occorrenza: &mdash; Io mi chiamo Mattia Pascal. Qualcuno vorr&agrave; bene compiangermi (costa cos&igrave; poco), immaginando l&#39;atroce cordoglio d&#39;un disgraziato, al quale avvenga di scoprire tutt&#39;a un tratto che... s&igrave;, niente, insomma: n&eacute; padre, n&eacute; madre, n&eacute; come fu o come non fu; e vorr&agrave; pur bene indignarsi (costa anche meno) della corruzione dei costumi, e de&#39; vizii, e della tristezza dei tempi, che di tanto male possono esser cagione a un povero innocente.&quot;