La fascinazione per l&rsquo;insolito, il bizzarro, lo straordinario &egrave; il tratto distintivo dei racconti di Marcella Malfatti, sia che si tratti di incursioni del soprannaturale nella vita quotidiana che di meditazioni introspettive dai connotati onirici.<br />Il suo &egrave; uno sguardo visionario, che indulge nella caratterizzazione dei luoghi e degli ambienti tramutandoli in specchi dell&rsquo;animo e in riflessi concreti delle sensazioni e dei sentimenti, riverberi dello sbalordimento e del turbamento che si avverte, talvolta, di fronte a situazioni al limite della normalit&agrave;, quando ci si trova ad affrontare quei momenti che ci fanno dubitare della concreta solidit&agrave; delle abitudini con le quali si ha dimestichezza e familiarit&agrave;, circostanze inconsuete e rare ma non cos&igrave; improbabili da essere impossibili.<br />Uno degli altri elementi che caratterizzano la scrittura dell&rsquo;Autrice &egrave; la costante riflessione sul tempo, sulla dimensione del cambiamento, sul confronto tra presente e passato, sempre, per&ograve;, osservati e indagati attraverso la lente deformante del capriccio surreale che trasforma in delirio e allucinazione le cose e le persone; l&rsquo;applicazione sistematica di una visione prospettica eccentrica consente la rappresentazione di una realt&agrave; inusitata e affatto difforme, in cui il sogno e la veglia si alternano confondendo i propri confini in una sorta di limbo sfumato ed evanescente.<br />In un tale contesto di alterazione si colloca l&rsquo;esaltazione dei significati pi&ugrave; reconditi di oggetti apparentemente banali come la porta o lo specchio, ricondotti a simboli esoterici per esorcizzare e sublimare in una sorta di rito magico le asperit&agrave; dei passaggi della vita.