Il settore turistico costituisce una fetta importante dell&rsquo;economia nazionale e globale e non &egrave; pi&ugrave; un settore a s&eacute; stante (o di nicchia), ma sempre pi&ugrave; interconnesso con tutti gli altri settori dell&rsquo;economia globale, tanto che nel turismo provengono investimenti da molti ambiti, quali ad esempio l&rsquo;impresa siderurgica, assicurativa, ecc. Inoltre i capitali nel settore turistico nazionale, locale e internazionale provengono da tutto il mondo geografico e dell&rsquo;economia, tutti in cerca di rendimenti superiori. Molti imprenditori turistici oggi sono ex-imprenditori non turistici e cio&egrave; &egrave; persone che hanno esperienze imprenditoriali e manageriali al di fuori del comparto del turismo e che si mettono quindi a fare &ldquo;un mestiere nuovo&rdquo;, a costituire imprese nuove in modo nuovo, portando in questo mondo stili imprenditoriali e di management per l&rsquo;80% &ldquo;non turistici&rdquo;. Tutto ci&ograve; alza inevitabilmente il livello della eterogeneit&agrave; e della qualit&agrave; dei modelli di business, creando nel mondo del turismo innovazione e ragionamenti &ldquo;out of the box&rdquo;, peraltro sempre pi&ugrave; distintivi e vincenti.<br />Come noto, esistono ormai tante tipologie di turismo e quindi opportunit&agrave; di imprenditorialit&agrave; e di business turistico, sia profit ma anche non profit: dall&rsquo;arte agli eventi, dal turismo di lusso a quello sociale. Una cosa per&ograve; &egrave; certa, e cio&egrave; che per fare turismo oggi, (in tutti i campi, in tutti i settori e in tutti mercati-target in cui si decide di operare) ci vogliono dosi elevate di imprenditorialit&agrave; e di management, sia nelle piccole realt&agrave;, ma soprattutto nelle grandi, dove ormai il peso dei brand e della finanza sono decisivi.<br />Il turismo &ldquo;casereccio&rdquo;, improvvisato e non altamente imprenditoriale e manageriale sfocia alla fine sempre nell&rsquo;irrilevanza aziendale, nei percorsi di sviluppo &ldquo;step &amp; go&rdquo; e nell&rsquo;assistenzialismo e cio&egrave; nel turismo &ldquo;dei bonus&rdquo;, degli sconti fiscali, dei finanziamenti agevolati che per&ograve; poi alla lunga non salvano mai le imprese, tanto che queste poi chiudono, non aprono o vengono acquistate con pochi soldi, magari da qualche finanziere straniero. Per fare turismo rilevante, innovativo e di qualit&agrave; oggi ci vogliono quindi anzitutto imprenditori e manager preparati e di qualit&agrave;, capaci di operare in questo settore (ma non solo), ma soprattutto di creare e guidare imprese di alta qualit&agrave; (non importa se grandi o piccole), l&rsquo;importante &egrave; che siano di qualit&agrave;!<br />Infatti quando il turismo &egrave; di qualit&agrave;, gli imprenditori e i manager turistici sono di qualit&agrave; e le imprese turistiche sono di qualit&agrave;, allora esso prospera sul mercato e quindi anche dal punto di vista economico; al contrario quando queste caratteristiche non si presentano, allora tutte le imprese turistiche (di qualsiasi luogo, dimensione e attivit&agrave;) si perdono nella battaglia della &ldquo;sopravvivenza&rdquo;, peraltro, come detto, sempre pi&ugrave; assistita e dai bassi margini economici.<br />La societ&agrave; sta cambiando, l&rsquo;economia nazionale e globale stanno cambiando (peraltro in modo radicale e strutturale) e anche il settore del turismo si sta rivoluzionando, e con esso anche le imprese che lo popolano stanno profondamente cambiando.<br />Possiamo affermare ormai che esista un &ldquo;Old tourism sector&rdquo; e un &ldquo;New tourism sector&rdquo;. Ormai tanti sono i fenomeni nuovi e di discontinuit&agrave; e in questo testo solo in parte essi potranno essere illustrati. Tutti questi cambiamenti chiamano in causa nuove forme d&rsquo;impresa e un vero e proprio nuovo &ldquo;local and global tourism management&rdquo; da approfondire e studiare.