<i>&ldquo;<b>Mia carissima mogliettina</b>, (&hellip;) Come rimpiango il tempo perso lontano dalla famiglia quando avevo la possibilit&agrave; di restare con voi.&nbsp;</i><i>Questo, siine certa, non avverr&agrave; pi&ugrave;; sbagli simili non ne commetter&ograve; mai pi&ugrave; (&hellip;)&rdquo;</i><br />&Egrave; il 6 febbraio del 1944 e il&nbsp;Tenente&nbsp;<b>Alessandro Pastore</b>, nato a Melfi il 22 gennaio 1908, scrive dal Lager di Deblin Irena in Polonia.&nbsp;&Egrave; stato deportato per aver detto NO al nazifascismo in seguito all&rsquo;armistizio dell&rsquo;8 settembre 1943, come oltre seicentomila Internati Militari Italiani (IMI): pagher&agrave; con la vita la scelta, reiterata quotidianamente, di non aderirvi e restare nel Lager.<br />Ripercorrendo la storia, per troppo tempo dimenticata, degli Internati Militari Italiani, Maria Chiara Dell&rsquo;Orco ricorda l&rsquo;&ldquo;Altra Resistenza&rdquo;, che cost&ograve; il sacrificio di oltre cinquantamila vite.&nbsp;L&rsquo;autrice rivive con empatia e commozione la tragica esperienza familiare di Alessandro Pastore attraverso il dialogo epistolare tra il giovane uomo e Margherita, la sua &ldquo;<i>carissima mogliettina</i>&rdquo;.<br />Il volume presenta un approfondimento degli storici&nbsp;<b>Orlando Materassi</b>&nbsp;e&nbsp;<b>Silvia Pascale</b>.