Ana non conosce la vita, &egrave; giovane e pronta a far guerra, vive incerta nelle fantasie che la natura le concede e ascolta la sua Arte che ne descrive i paesaggi. Una storia semplice come lei che la camminer&agrave;, una discesa dentro la personalit&agrave; di una mente vacillante, in cui lo spettro della paranoia attendeva di fortificarsi per annientare le sue fragilit&agrave;, e come unica valvola di sfogo l&rsquo;Arte, alla quale lascer&agrave; raccontare la sua storia e dalla quale ascolter&agrave; le parole pi&ugrave; forti, tanto volute per quanto immaginarie. I silenzi diverranno voce, e dal nulla emerger&agrave; una realt&agrave; contraria al vero, sopraffacendola di lusinghe e schiacciandola sotto il peso di un mondo che non tarder&agrave; a mostrarsi. Sar&agrave; costretta alla scelta tra s&eacute; e l&rsquo;invenzione del suo disturbo. L&rsquo;Arte diverr&agrave; un&rsquo;allucinazione visibile a chiunque, e una psicosi si render&agrave; pensiero libero in una mente arida di basi profonde. La psicosi di Ana diverr&agrave; molesta fino al ritiro sociale rendendo ognuno un nemico sul quale sperimentare il timore, fino a renderla straniera in quel luogo chiamato casa.<br /><br /><b>Maria Grazia Carn&agrave; </b>&egrave; nata a Catanzaro e vive a Camini, un piccolo borgo in provincia di Reggio Calabria; dopo gli studi superiori all&rsquo;Istituto &ldquo;Maria Ausiliatrice&rdquo; di Soverato, perfeziona la sua istruzione presso la facolt&agrave; di Farmacia di Pisa. Lavora nel settore per cui ha studiato fin da subito, alternando i suoi impegni con volontariato e alcune passioni irrinunciabili. Inizia scrivendo per diletto su alcune testate, dove si &egrave; confermata collaboratrice fissa online, senza mai specializzarsi su un tema preciso, ma cercando contenuti di interesse sociale e culturale.&nbsp;<br />