A un secolo dalle scissioni che provocarono la nascita dei partiti comunisti, uno sguardo comparativo ci consente di osservare come i movimenti operai e socialisti dei diversi Paesi abbiano allora proiettato sulla Rivoluzione russa e sul KOMINTERN le proprie storie e aspirazioni e i propri sogni. Il caso della Francia &egrave; peculiare: l&rsquo;adesione al KOMINTERN &egrave; stata possibile grazie alla permanenza della cultura <i>syndicaliste</i>, che ben presto sarebbe stata emarginata dalla <i>Section Fran&ccedil;aise de l&rsquo;Internationale Communiste</i>. Andare alle fonti, alle ragioni della difesa della &ldquo;vecchia casa&rdquo; socialista &ndash; esposte da Blum con creativit&agrave; strategica &ndash; ci consente di riflettere sulle poste in gioco negli anni fra le due guerre e di rispondere a domande ancora inevase e perci&ograve; attuali.<br /><br /><b>Maria Grazia Meriggi</b>, gi&agrave; professoressa di Storia contemporanea presso l&rsquo;Universit&agrave; di Bergamo, ha fatto parte del direttivo della SISLav (Societ&agrave; Italiana di Storia del Lavoro), che ha contribuito a fondare, e collabora con istituti di ricerca in Italia e in Francia. Per i nostri tipi ha curato <i>L&rsquo;alimentazione dell&rsquo;operaio russo prima e dopo la guerra</i> di Elena O. Kabo (2019) e <i>Un proletariato negato. Studio sulla situazione sociale ed economica degli operai ebrei</i> di Leonty Soloweitschik (2020).