Maria Grazia Stirati, &ldquo;Grazietta&rdquo;, racconta di s&eacute;, di una parte della sua infanzia in cui il suo temperamento vigoroso, estremamente vivace e creativo, spesso le ha creato molte difficolt&agrave;. Aneddoti esilaranti, accompagnati da battute ancora oggi indimenticate, hanno caratterizzato quella parte della sua vita, che in realt&agrave; fino in fondo serena non era. La guerra, gli stenti e le privazioni, segnarono quegli anni, ma in una bimba come Grazietta fortunatamente ebbero scarsa risonanza: troppo piccola per vivere la paura. Intanto si destreggiava tra un guaio e l&rsquo;altro, un Gian Burrasca in gonnella, che nel suo italiano stentato e approssimativo forniva spiegazioni e motivazioni alle sue incredibili marachelle. Probabilmente avere a disposizione un enorme spazio circostante per potersi muovere in libert&agrave; e il contatto costante con la natura hanno contribuito a sviluppare in lei il senso della curiosit&agrave; e la sua fervida fantasia, alleati preziosi per i suoi giochi di bimba.<br />Tutte le cose mutano ed anche Maria Grazia, crescendo, si rivela ben diversa da come era durante l&rsquo;infanzia. Cauta e accorta in giovent&ugrave;, si dimostra una studentessa appassionata sia al liceo che all&rsquo;universit&agrave;. La sua professione di medico &egrave; stata molto appagante e sempre con intuito e buonsenso ha messo a disposizione degli altri la sua scienza.<br />La Grazietta, quando era un Gian Burrasca le sue memorie, il suo piccolo cielo, il suo mondo.