Questa proposta di Maria Teresa Caprile di richiamarsi alle parole e quindi alle poesie di Giorgio Caproni &egrave; una sfida per dimostrare che chiunque e, perch&eacute; no, anche uno studente italiano, attingendo dal suo ricco vocabolario, pu&ograve; avviare e arricchire la sua conoscenza della lingua italiana e, inoltre, della nostra cultura e societ&agrave;. Infatti, la produzione letteraria caproniana (anche quella non meno importante in prosa, che per&ograve; non viene qui esaminata) riflette totalmente la realt&agrave; italiana dell&rsquo;intero Novecento, a cominciare dai primi decenni del secolo, da lui trascorsi nella natia Livorno, agli anni centrali della sua formazione a Genova negli anni Trenta, sino alla seconda met&agrave; vissuta a Roma con uno sguardo attento e spesso dolente su un&rsquo;evoluzione sempre meno confortante della societ&agrave;.<br />E cos&igrave; Maria Teresa Caprile giunge alla conclusione che la conoscenza delle rime &ldquo;chiare&rdquo; ed &ldquo;elementari&rdquo; delle poesie di Giorgio Caproni, formate dal ricco e personale inventario delle sue parole qui puntualmente censite, pu&ograve; rappresentare un&rsquo;ideale fonte di apprendimento della realt&agrave; italiana, non solo linguistica, del Novecento nei suoi molteplici momenti.