Se tua madre lavora, deve per forza di cose pulire le scale. O fare la puttana. Se invece cammini da sola per strada, sei tu a essere presa per una puttana. Succede se sei una donna. Nera. In Italia. Oggi. E non ha nessuna importanza che tu sia nata in questo paese, perch&eacute; ci sar&agrave; sempre chi, ascoltandoti parlare, non potr&agrave; fare a meno di stupirsi di come tu conosca cos&igrave; bene l&rsquo;italiano&hellip;&nbsp;Accade perch&eacute; la lingua della discriminazione non conosce mezzi termini. E aggiunge agli episodi di brutale razzismo mille occasioni di sottile disprezzo e di malcelata ignoranza. A raccontarlo &egrave; una ragazza diventata grande sentendosi chiamare&nbsp;<i>Negretta</i>&nbsp;e cresciuta trovando ogni giorno la forza per affrontare le ferite inferte alla sua anima dal sessismo, dal disprezzo per i poveri e dalla xenofobia. Una battaglia per l&rsquo;affermazione di un&rsquo;identit&agrave; afroitaliana che non rinuncia a sfoderare l&rsquo;arma dell&rsquo;ironia, costruendo un labirinto di finali imprevedibili, di passioni irrinunciabili e di consapevolezze strappate al disprezzo di chi, pagina dopo pagina, dall&rsquo;alto del suo machismo e del suo razzismo pi&ugrave; o meno conclamato, sar&agrave; costretto a scoprire di essere gi&agrave; stato sconfitto dalla storia.