Un recentissimo romanzo che affronta con piglio giornalistico e insieme grande personalit&agrave; stilistica un argomento scomodo e scottante di grande attualit&agrave;: la diffusione in tutta la Russia del &ldquo;krokodil&rdquo;, o desomorfina: micidiale droga iniettabile a base di codeina e altri farmaci da banco che, nel giro di poche settimane di utilizzo, si &ldquo;mangia&rdquo; letteralmente pelle e carne umana, decomponendo il corpo con ulcerazioni dall&rsquo;esito letale.<br />Marina Achmedova approda alla forma narrativa dopo che un suo coraggioso articolo sull&rsquo;argomento ha scatenato nei suoi confronti un immediato vortice di censura e persecuzione legale. Solo la diffusione di questo romanzo potr&agrave; denunciare al mondo intero l&rsquo;impressionante scenario di crisi umana ed economica, mancanza di ideali e obiettivi che caratterizza, oltre alla Russia di Putin, gran parte del mondo occidentale odierno. Un&rsquo;esigenza di raccontare che nasce dall&rsquo;esperienza &ldquo;sul campo&rdquo;, nei nuclei urbani di Ekaterinburg che sono stati i &ldquo;focolai&rdquo; di irradiamento di questa nuova droga alla portata economica di tutti, e di cui si sono gi&agrave; registrati numerosi casi di addiction anche in Europa.<br />Come in una sceneggiatura, nel romanzo viviamo la quotidianit&agrave; di una piccola comunit&agrave; legata all&rsquo;utilizzo e alla preparazione del composto: pi&ugrave; volte al giorno l&rsquo;ossessionante rito e i suoi officianti, le responsabilit&agrave; e i sospetti reciproci, in un alternarsi di effetti immediati e collaterali, fasi di sballo e di astinenza, lucidit&agrave; e annebbiamento, desolanti motivazioni e profonde implicazioni. Seguendo i destini di due sorelle che si fanno archetipo di una femminilit&agrave; odierna negata nella sua pi&ugrave; arcaica essenza procreatrice&hellip; e che non smettono mai di interrogarsi sul &ldquo;perch&eacute; il serpente and&ograve; da Eva&rdquo;.