Non c&#39;&egrave; due senza tre! Dopo &ldquo;Equinozi&rdquo; del 2018 e &ldquo;La Donna di Picche&rdquo; del 2019, vede la luce la mia terza raccolta di poesie. Anche questa volta racconto in versi gli alti e bassi dell&#39;amore. Pi&ugrave; bassi che alti in verit&agrave;, perch&eacute; ho sempre pensato che le relazioni sentimentali pi&ugrave; si fanno complicate, pi&ugrave; diventano interessanti da esplorare. Tutte le poesie sono fotografie di un unico momento cruciale. quando ci si trova a fare i conti con la propria solitudine e la mancanza della persona amata. &Egrave; il momento della presa di coscienza di quel &ldquo;posto vuoto&rdquo; accanto a noi, a causa di un abbandono, di un lutto, oppure perch&eacute; chi avremmo voluto lo occupasse, ha declinato l&#39;invito. Un insight doloroso, che fa da spartiacque tra tutto quello che si era desiderato e vissuto prima e tutto quello che sar&agrave; da quel momento in poi. Ci sono molti modi di reagire. &Egrave; possibile trovare la forza in se stessi e decidere di andare oltre trasformando a poco a poco quel &ldquo;posto vuoto&rdquo; in un &ldquo;posto libero&rdquo; di essere occupato da qualcun altro, oppure si pu&ograve; scegliere di restare fermi al guado senza attraversarlo nella speranza di poter tornare indietro, o magari si decide di ingaggiare una battaglia furiosa nella convinzione che la vendetta possa placare la sofferenza... Ciascuno ha la sua strategia, anche se non tutte le modalit&agrave; sono funzionali e portano alla pacificazione. Per fortuna tante persone che si trovano a dover attraversare questo guado chiedono aiuto. Come psicoterapeuta ho avuto modo di sostenere ed accompagnare diversi pazienti in questo frangente, di ascoltare le loro storie e soprattutto di partecipare empaticamente delle loro emozioni.<br />In buona parte l&#39;Ispirazione per questa silloge &egrave; nata dalla possibilit&agrave; di esplorare un ricchissimo patrimonio emotivo. Una condizione privilegiata per un poeta che pu&ograve; cos&igrave; attingere, oltre che alla propria esperienza, a quella altrui, ma anche una posizione di grande responsabilit&agrave;. Consapevole del rispetto dovuto ai sentimenti ed in particolare all&#39;amore che &egrave; il pi&ugrave; importante e prezioso di tutti, ho provato a raccontare come si sta nel guado dei sogni infranti e dei cuori spezzati, quando arriva la consapevolezza della &ldquo;mancanza&rdquo; dell&#39;oggetto d&#39;amore. Ho cercato di farlo con tutta la delicatezza e la sincerit&agrave; di cui la mia poesia &egrave; capace, ma anche, quando possibile, con la leggerezza e l&#39;ironia che mi contraddistinguono, perch&eacute; alla fine, in un modo o nell&#39;altro, al &ldquo;guado&rdquo; si sopravvive.<br /><br />Marina Malizia, laureata in Lettere, Psicologa, Psicoterapeuta secondo l&#39;Approccio Centrato sulla Persona, &egrave; socio del Centro Studi di Psicologia e Letteratura fondato da Aldo Carotenuto, redattrice ed autrice per il &ldquo;Giornale Storico di Psicologia e Letteratura&rdquo;.<br />Lavora nella Pubblica Amministrazione e ricopre incarichi di docenza come professore a contratto presso l&#39;Universit&agrave; degli Studi &ldquo;La Sapienza&rdquo; di Roma. Ha pubblicato la raccolta di saggi &ldquo;Le Chiose di Psiche&rdquo; ALPES, 2016 e le sillogi poetiche &ldquo;Equinozi&rdquo;, 2018, Aletti, Roma e &ldquo;La Donna di Picche&rdquo;, MonteGrappa, 2019, Roma.