Sul limitare della sua et&agrave; pi&ugrave; matura, un uomo sceglie di chiudersi in una stanza d&rsquo;albergo a Belluno. Quella stessa citt&agrave;, fredda e tagliente, lo aveva accolto molto tempo prima, quando, insegnante alle prime armi, si era trasferito dal Sud, e lentamente aveva dischiuso al nuovo arrivato una particolare familiarit&agrave; pulsante di storie e di individui.<br />Nella solitudine della stanza 125, l&rsquo;uomo intraprende una coraggiosa indagine retrospettiva sul proprio vissuto. Agli appuntamenti con la sua memoria si presentano tanti personaggi: i colleghi, gli incontri casuali, gli amici, gli amori, catturati in episodi quotidiani o straordinari, adesso lontani e perduti, ma narrati con una squillante vividezza capace di renderli presenza ancora attuale. Pensieri e fantasie si intrecciano in maniera inestricabile, rendendo indistinguibile la separazione tra ci&ograve; che &egrave; ed &egrave; stato reale e ci&ograve; che invece appartiene all&rsquo;immaginazione, al desiderio o al rimpianto.<br />E poi, superata la dimensione di ricordo e acquisita una nuova coscienza di s&eacute;, giunge la scelta di riprendersi il presente e di affrontare un tormentato percorso per riappropriarsi di un difficile ruolo di <i>padre</i>.<br />Con una scrittura elegante e dalle mille preziose sfaccettature, Martino Sgobba costruisce un romanzo raffinato, con figure memorabili brillanti di realismo, dramma e poesia, sostenuto su equilibri narrativi accuratamente calibrati. Il lettore viene condotto pagina dopo pagina in un affascinante gioco di specchi tra autore, personaggi, invenzione e storia, avvinto da un rincorrersi letterario di ambiguit&agrave; e illusione.<br />Attraverso le righe di<i> La stanza dei racconti </i>si apre cos&igrave; uno spiraglio su uno dei misteri fondamentali della scrittura: la libert&agrave; di creare la realt&agrave;.