Il mito della lotta fra l’eroe e il drago per la salvezza di una fanciulla inerme è uno dei grandi archetipi iniziatici: quello del rapporto fra gli opposti apparenti e del possibile superamento della dualità. La consonanza tra la leggenda e l’operatività alchemica è tale che spesso i Maestri hanno espresso simbolicamente fasi, modalità e risultato del lavoro al forno, altrimenti incomunicabili con la parola, utilizzando come paradigma dell’Arte la leggenda del mostro che divora o imprigiona la principessa e dell’eroe, guerriero, santo o creatura angelica, che lo sottomette liberando la dama. In realtà, il drago dalla duplice natura, la fanciulla e il cavaliere sono una cosa sola, nascono da un identico seme, e ci è che in esso è eterno vuole tornare in comunione con lo Spirito per ricostituire l’unità perduta all’atto della creazione. In questa prospettiva l’alchimista è allo stesso tempo soggetto, oggetto e mezzo e riscopre la propria natura originaria liberandola dalla ganga della specificazione così come l’eroe libera la fanciulla.