L&rsquo;ottavo convegno annuale promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche dell&rsquo;Universit&agrave; Cattolica del Sacro Cuore sui temi della sicurezza internazionale, con particolare riferimento al ruolo della NATO, si svolge come in passato con il patrocinio di diverse istituzioni civili e militari, rappresentate qui dai loro massimi esponenti, che desidero ringraziare per il costante sostegno a queste iniziative. Tra le prime, la Facolt&agrave; di Scienze Politiche e Sociali, la Divisione Diplomazia Pubblica della NATO, l&rsquo;Atlantic Treaty Association, presieduta dallo scorso anno per la prima volta da un italiano, il Prof. Fabrizio Luciolli, che &egrave; anche Presidente del Comitato Atlantico Italiano. Tra le istituzioni militari, il Centro Alti Studi per la Difesa, l&rsquo;&ldquo;universit&agrave;&rdquo; delle Forze Armate italiane, il Comando Militare Esercito Lombardia e il NATO Rapid Deployable Corps &ndash; Italy, il cui Comandante, Gen. C.A. Riccardo Marchi&ograve; non pu&ograve; con suo rammarico essere presente perch&eacute; impegnato nella fase finale dell&rsquo;esercitazione Trident Jaguar 2015, che concluder&agrave; il passaggio del suo comando da struttura delle forze terrestri a organismo interforze.<br />Il convegno far&agrave; il punto, come sempre in una prospettiva storica e politologica, su un&rsquo;importante fase di passaggio nella storia recente della NATO, chiaramente identificata dal titolo: La NATO da &ldquo;vigilant and prepared&rdquo; a &ldquo;deployed out of area&rdquo;: un viaggio andata e ritorno. Il pubblico informato coglier&agrave; in quest&rsquo;ultima espressione un&rsquo;eco churchilliana. Fu infatti il grande Primo Ministro britannico a dire nel 1943 che l&rsquo;Italia, dopo gli armistizi di settembre, doveva pagare il biglietto di ritorno, combattendo a fianco degli anglo-americani dopo la sfortunata guerra a fianco della Germania.