&ldquo;Esordii nella mia carriera di giustiziere di Sua Santit&agrave;, impiccando e squartando a Foligno Nicola Gentilucci, un giovinotto che, tratto dalla gelosia, aveva ucciso prima un prete e il suo cocchiere&rdquo;. Con questa asciutta frase prendono avvio le memorie romanzate di Mastro Titta, il celebre boia dello Stato Pontificio.<br />Un best-seller di fine ottocento, abilmente creato a tavolino da uno scaltro editore e un anonimo scrittore. Granduignolesco romanzo d&rsquo;appendice, le Memorie di un boia suonano stranamente attuali in questi anni cos&igrave; appassionati alla cronaca nera.