Non &egrave; mai una sola la vita che viviamo. Da bambini ci costruiamo mondi alternativi in cui di volta in volta ricopriamo ruoli diversi a seconda del momento e dell&rsquo;umore, ci tuffiamo nei primi libri d&rsquo;avventura e solchiamo mari aperti alla ricerca del mitico tesoro del capitano Kidd, facciamo finta di essere appassionati di ballo per sospirare sulle piroette del primo amore. E impariamo la nostalgia, il senso di vuoto quando se ne va per seguire la famiglia. Ma c&rsquo;hanno gi&agrave; scritto una canzone o forse persino pi&ugrave; di una. Da adulti ci immedesimiamo nel protagonista di un film, di una soap opera, con lui piangiamo, ridiamo e inviamo poco caritatevoli commenti allo sceneggiatore se questi si azzarda a ipotizzare filoni di storia che non condividiamo. Aspettiamo con ansia l&rsquo;uscita dell&rsquo;ultimo libro del nostro autore preferito, chiedendoci sotto sotto un po&rsquo; infastiditi in caso questa ritardi che altro abbia da fare di pi&ugrave; importante che <i>rifornire</i> di storie, di mondi e di <i>vite</i> da esplorare <i>noi</i> avidi lettori.<br />E poi, e poi ci capita tra le mani una storia da raccontare, tra i ritagli di tempo che il lavoro ci concede, che l&rsquo;amico giramondo non fagocita, che la famiglia non reclama. E tutto accade a Forte dei Marmi o gi&ugrave; di l&igrave;, in spiaggia mentre la mente &egrave; in libera uscita, il cuore si ferma di fronte all&rsquo;Angelo Volteggiante. L&rsquo;ha gi&agrave; scritta qualcuno la sua storia? Una bellissima creatura danza con il mare improvvisando figure sul bagnasciuga. Ed &egrave; difficile capire se siamo i lettori o lo scrittore perch&eacute; in fondo, nell&rsquo;abisso pi&ugrave; intimo di ciascuno di noi, riluce l&rsquo;ambigua consapevolezza che ci&ograve; che appare forse &egrave; solo un impalpabile fantasma, un rebus, un enigma: <i>quale frammento od oggetto della mia realt&agrave; interna corrisponde a quello che vedo fuori di me</i>?<br />Un romanzo di esordio che non si dimentica.