Quella di Pasini &egrave; poesia che insegna e trasmette &ldquo;voglia di fare&rdquo; che nemmeno la morte sembra poter interrompere, attraverso contenuti espressi in un linguaggio a volte iterativo, che per&ograve; ne fa la forza perch&eacute; capace di scolpire forti immagini. In &laquo;Testamento&raquo; Pasini dice: &ldquo;Quando io morr&ograve;/ non cambiatemi d&rsquo;abito/perch&eacute; quando arriver&ograve; di l&agrave;/possa ricordarmi/cosa stavo per fare/e dall&rsquo;altra parte la possa ultimare/Quando io morr&ograve;&rdquo;.<br />Il figurativo femminile, sempre pregnante nello sfondo, con la metafora delle rondini e della cura per i rondinini, prorompe nello scritto Per la morte di mia madre, per le carezze che non ha avuto e fanno intuire una personalit&agrave; complessa, ricca di echi. Nei suoi scritti &egrave; presente l&rsquo;alitare dei mattini ed il contatto con i risvegli della Natura, sentiti con la cura di chi &egrave; capace di coglierne Vibrazioni come presentimento di Altro.<br />Si potrebbe parlare di titanismo con il pendant di sfaccettature di crisi che toccano gli smarrimenti dinanzi ai perch&eacute; sommi del significato della vita di ogni singolo uomo, su questa Terra in corsa tra Mondi infiniti: domande insoddisfatte che hanno difficolt&agrave; a trovare posa nelle spiegazioni scientifiche riguardanti l&rsquo;arco dell&rsquo;esistenza. &Egrave; in questa intersezione che la poetica dell&rsquo;autore tocca vette.<br />Luigi Saladino