<i><b>Bettella &egrave; stato il Pasolini, poeta sregolato, dell&rsquo;atletica e del costume sportivo italiano. </b></i> Padovano di nascita, giramondo per vocazione, ha pi&ugrave; volte scelto Palermo come porto amico di una vita vissuta pericolosamente, trasgressivamente, sempre al limite, in pista (campione italiano dei 400 hs nel 1956) e fuori: questo &egrave; stato Franco Bettella, la cui figura &egrave; legata a quella del suo allievo prediletto Gianni Scavo. Una storia e una vita &ldquo;agra&rdquo;, anarchica, alla Luciano Bianciardi, contro le convenzioni e i conformismi propri anche di un&rsquo;atletica leggera che, allo spalancarsi degli anni &rsquo;60, sembrava ferma nella sua incapacit&agrave; di rinnovarsi, di percorrere nuove teorie dell&rsquo; allenamento. Bettella porter&agrave; lo yoga, le metodologie dei paesi nordici, l&rsquo;allenamento con i pesi. Allenando a modo suo le mitiche &ldquo;Assicurazioni Generali&rdquo; di Vittorio Emanuele Orlando, scriver&agrave; alcune delle pi&ugrave; belle pagine nella storia dell&rsquo;atletica palermitana. Pino Clemente, l&rsquo;ultimo dei grandi amanti di un&rsquo;atletica leggera vera e vissuta, e Mauro Leonardi, uno degli ultimi allievi di Bettella a Palermo, lo raccontano, riscoprendolo nella sua unicit&agrave;, salvandolo dall&rsquo;oblio. Sergio Giuntini per Yorick Editore (2014) <i>&quot;La sua mistica dell&rsquo;allenamento, le sue idee innovative, le intuizioni, lo stesso modo di amministrare come gli yuppies la vita sua e dei suoi cari, facevano scandalo. Per&ograve; oggi andiamo riscontrando che le sue tematiche tecniche si applicano a tutto spiano, che il costume &egrave; una variabile dipendente da molteplici condizioni, che gli innamoramenti sono input creativi al cospetto di traffici e speculazioni, di concorsi truccati e venduti al miglior offerente, della droga e di altre carognate.&quot;</i>