&ldquo;E poi l&igrave; a discutere dei far&ograve;, dei farai, in un mondo dissimile eppure uguale a se stesso da troppe generazioni. Sono abituato a vedere l&rsquo;ultima luna di dicembre, il suo pallore, i suoi raggi irreali che sembrano procurare l&rsquo;ultimo anelito di vita del satellite.<br />Ma il suo &egrave; un arrivederci, perch&eacute; sorger&agrave; una nuova luna con il nuovo anno. &Egrave; questo un po&rsquo; il sunto del romanzo, morire per poi rinascere, in un conflitto interno all&rsquo;anima, un conflitto che non lascia tregua e spazio, e in un&rsquo;unica dimensione abbraccia quello che &egrave; corporeo ed effimero e quello che &egrave; dell&rsquo;anima ed eterno&rdquo;.<br />Ritorna Massimiliano Ferrante con la sua prosa complessa e raffinata. In quest&rsquo;opera&nbsp; riflette sul potere della scrittura: la banalit&agrave; del vivere, la mediocrit&agrave; imperante e, insieme, l&rsquo;emergere, il sorgere di una luce capace di rompere le catene che inchiodano a terra. Immagine di una epifania illuminante che travolge l&rsquo;ordinariet&agrave; del quotidiano &egrave; il genio letterario di Jane Austen, la cui poetica viene qui puntualmente analizzata sin dalle sue origini.<br />In un intreccio affatto banale, romanzo e saggio delineano i profili di un genere&nbsp; nuovo e necessario in cui lettore si ritrova parte attiva, immerso in riflessioni profonde, involandosi in orbite ancora inesplorate.