Un campanellino che tintinna nel totale silenzio della penombra di un&#39;anonima chiesa, mentre un prete sconosciuto, di spalle, sussurrando parole latine antiche di millenni, alza un pezzetto rotondo di bianco pane azzimo. E, nella mia dimensione tutta immanente ed autonormata, figlia di una terra rosso fuoco, di un evo iper relativista e super edonista, di una scuola paradigmaticamente gramsciana e di un&#39;indole idealista e ribelle, fanno irruzione l&#39;eterno e il sacro, il Vero, il Bello, il Giusto. E la rivoluzione sociale diventa polvere al cospetto di quell&#39;unica e reale: tornare a casa, nella casa dell&#39;anima. Perch&eacute; che <i>vita est militia</i> <i>super</i> <i>terram</i> pu&ograve; anche essere abbastanza intuitivo. Molto meno scontato &egrave;, invece, capire da quale parte militare...<br /><br />L&#39;autrice di questa narrazione, dopo la maturit&agrave; classica, ha conseguito la laurea in Storia e l&#39;abilitazione alla docenza di lingua italiana. Insegna italiano a stranieri e, privatamente, lingua e cultura latina. Vive con la sua famiglia in un quartiere della periferia della sua citt&agrave; natale