Ci sono tre modi di porsi di fronte alla cucina: necessit&agrave;, amore e improvvisazione. L&#39;ultima costituisce il quid che a volte crea l&#39;innovazione nell&#39;uso spregiudicato delle spezie o nell&#39;insolita accoppiata di sapori. Ed &egrave; anche ci&ograve; che, a volte, ci fa aprire la dispensa e organizzare in un attimo pranzo e cena con la minima fatica quando non si ha voglia n&eacute; tempo per minuziose prove gastronomiche. E non &egrave; detto che il risultato non sia apprezzabile per sapore e golosit&agrave;. Cosa di pi&ugrave; improvvisato e al tempo stesso gustoso di uno spaghetto aglio, olio e peperoncino che stuzzica anche l&#39;appetito pi&ugrave; restio? Ma &egrave; anche quello delle nonne che con poveri ingredienti e tanto olio di gomito hanno riscaldato la quotidianit&agrave; della nostra infanzia con deliziosi profumi di pane appena sfornato e sfoglie tirate con attrezzi antichi, validissimi ausili, distanti anni luce dai robot super tecnologici dei nostri tempi, che facevano subito aria di casa e di famiglia. Il mattarello era al tempo stesso il segno della buona cucina e della regola che veniva ricordata a suon di motti. Dato che l&#39;alimentazione non &egrave; finalizzata solo alla nutrizione, ma anche al piacere, la cucina pu&ograve; diventare un&#39;autentica passione, tanto che qualcuno potrebbe affermare che si vive per mangiare piuttosto che il contrario.<br /><br /><b>Minella Di Ciaccio</b>