Esiste un&rsquo;irresistibile attrazione fra il gioco e la letteratura, forse perch&eacute; entrambi si muovono fra finzione e simulazione, ruoli e maschere, frequentano libert&agrave; e creativit&agrave;, sono equilibrio di rappresentazione e interpretazione. Il lettore, come il giocatore, si muove in una sospensione del tempo e dello spazio, affrancato dalla vita reale, partecipe di una narrazione fantastica che richiede tuttavia un grado uguale &ndash; o talvolta maggiore &ndash; di immedesimazione. Originalit&agrave;, inventiva, illusione, obbligazione di convenzioni a volte assurde, a volte ricche del fascino dei simbolismi pi&ugrave; raffinati. E precisione algebrica: traiettorie imprevedibili ma sempre esatte disegnate dalle bilie sul biliardo del Bar Marco e dalla scrittura rapida, netta, dal periodare essenziale di Morena Fellegara. Ma l&rsquo;azzardo aggiunge le vertigini dell&rsquo;eccesso e le profondit&agrave; dell&rsquo;abisso, il piacere che distilla adrenalina, l&rsquo;ossessione e la perversione. Nell&rsquo;universo ludico di Cecco Angiolieri, accanto alla luminosa stella della sfida dei dadi risplendono gli astri delle donne e del vino: &ldquo;Tre cose solamente m&rsquo;&egrave;nno in grado, le quali posso non ben ben fornire, cio&egrave; la donna, la taverna e &rsquo;l dado: queste mi fanno &rsquo;l cuor lieto sentire&rdquo;. La medesima febbre che tormenta gli amanti, la stessa ebbrezza che trabocca dai calici. Cos&igrave; sar&agrave; per il pirandelliano Mattia Pascal che, in un crescendo rossiniano, ai vortici della roulette del Casin&ograve; di Montecarlo affida i numeri e la sua stessa biografia, cos&igrave; per Francesco che sulla ruota di Genova punta il suo destino. Ingaggia una rischiosa partita con la sorte sua e degli altri: il denaro richiama sempre biscazzieri truffaldini, bari avventurieri, squallidi usurai e, come nella roulette russa, qualcuno si perde per sempre. Il finale della partita giunge inesorabile e allora tutti, anche i giocatori pi&ugrave; incalliti, dovranno scoprire le carte. Perch&eacute; nell&rsquo;Olimpo degli Dei la Fortuna &egrave; bendata, fra i demoni degli uomini non sempre accade.<br /><br /><b>Morena Fellegara, </b>infermiera di professione e scrittrice per passione, &egrave; nata a Sanremo il 01/05/1975. Ha esordito nel 2019 per la Fratelli Frilli Editori con il romanzo noir <i>Un Pastis</i> <i>al Bar Marco </i>ambientato negli anni Ottanta nel bar dei suoi genitori che ha avuto un successo inaspettato. Il suo secondo romanzo <i>Il</i> <i>gioco degli specchi </i>(Fratelli Frilli Editori), &egrave; stato premiato al concorso Letterario Internazionale Casin&ograve; di Sanremo Antonio Semeria con una Segnalazione della Giuria. Ha partecipato all&rsquo;antologia <i>I luoghi del noir </i>con il racconto <i>Aiga ae corde, </i>ambientato nella storica piazza Bresca di Sanremo, dove l&rsquo;enigma del giallo si intreccia con la storia, e all&rsquo;antologia <i>Odio e Amore in noir </i>con il racconto <i>Una benda sugli occhi </i>interpretando l&rsquo;odio come assenza d&rsquo;amore (entrambe di Fratelli Frilli Editori). Una penna che descrive con immediatezza e leggerezza le dinamiche che animano e inquietano il quotidiano di vite semplici, entrando con garbo e acume negli abissi che, a volte, si spalancano dietro le maschere degli stereotipi sociali.