Come proteggersi dal &ldquo;fascismo passivo&rdquo; che si annida nei luoghi comuni della lingua del tempo presente? Interazione, gestione, monitoraggio, DNA, ADHD, immaginario collettivo, utenza, percorso, coppia genitoriale, politically correct, parental control, news, pedofilia&hellip;; ma anche: <i>Siamo tutti Americani,</i> <i>Io sono Charlie, Non avrete il mio odio</i>, sono solo alcune parole d&rsquo;ordine del nuovo conformismo, sostenuto e promosso dalla psicologia millantata come &ldquo;scientifica&rdquo;: il comportamentismo-cognitivismo. Qualcuno se n&rsquo;&egrave; accorto, Altan per esempio, con il suo ritratto di una societ&agrave; formata da personaggi inebetiti, dimissionari e vivacchianti, allevati su poltrone e sof&agrave; e alimentati con becchime mediatico. La loro espressione stucchevole, le palpebre a mezz&rsquo;asta, denunciano l&rsquo;intontimento, l&rsquo;ignavia, l&rsquo;apatia di fronte a qualsiasi evento: &laquo;La democrazia &egrave; in pericolo&raquo; &ndash; dice uno di loro, con la solita espressione catatonica &ndash; &laquo;speriamo che viene qualcuno a aiutarla&raquo;, risponde un suo alter ego. Anche se, secondo Lacan, non pu&ograve; esserci in alcun caso risveglio da questo ottundimento generale, ciascuno pu&ograve; almeno provare a reagire, e organizzare una nuova forma di resistenza. Se la resistenza storica al fascismo attivo doveva fronteggiare i manganelli e l&rsquo;olio di ricino, la nuova resistenza al fascismo passivo deve vigilare sulla lingua, individuare le parole e le frasi da cui siamo parlati e che pronunciamo &ldquo;come un sol uomo&rdquo;, cercando di combatterle con la denuncia e l&rsquo;astensione. L&rsquo;ironia, l&rsquo;umorismo, il sarcasmo, possono ancora essere delle armi efficaci per contrastare l&rsquo;irresistibile ascesa dell&rsquo;&ldquo;ovvio dei popoli&rdquo;.