Non pu&ograve; essere un errore, un eccesso, un attimo di follia, un&rsquo;imprevedibile tragedia. Presentarsi a un incontro riparatore con un anello in una mano e un coltello nell&rsquo;altra, carezzare per poi picchiare con uno schiaffo, un pugno, un calcio, significa aver gi&agrave; deciso, aver gi&agrave; messo in conto la possibilit&agrave; di uccidere.<br />Racconti che narrano le storie di donne tradite dalla vergogna, ammaestrate dalla paura, domate dall&rsquo;incertezza, abbagliate dal bisogno d&rsquo;amore, prigioniere del silenzio, spettatrici della loro stessa esistenza. Donne di ogni et&agrave;, di ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale. Donne che subiscono, che combattono, che si ribellano. Donne che a volte si riscattano, riappropriandosi di se stesse e della propria vita. Donne che muoiono.<br />Storie di una societ&agrave; che preferisce allevare delle femmine invece che crescere delle Donne; una societ&agrave; dove i maschi, e non certo gli Uomini, credono nel possesso invece che nel rispetto e confondono la forza con l&rsquo;esercizio della violenza.<br />Dodici vite narrate in prima persona o raccontate da madri, sorelle, figli; superstiti di un amore tradito. Esistenze di donne sconosciute che si intrecciano, tra presente e passato, accomunate dal dolore e dal coraggio, dall&rsquo;incredulit&agrave; nell&rsquo;accettazione della realt&agrave; e dalla forza di vincere il primo e pi&ugrave; importante dei conflitti, quello con se stesse.<br />Ogni racconto focalizza un aspetto della battaglia che ognuna di queste donne, imperfette, illuse, forti, deboli, combatte contro la vergogna, contro il senso di inadeguatezza, di incapacit&agrave;, contro il senso di colpa, contro il terrore della solitudine, contro il ruolo al quale sembrano essere destinate.<br />Silloge narrativa emotivamente potente.