Dodici anni di movimento operaio in Italia (1860- 1872)<br />Avvertenza dell&rsquo;autore al principio del libro.<br /><br /><i>La storia del primo movimento operaio italiano &egrave; sconosciuta o quasi, eppure di superlativo interesse: la vivacissima lotta di tendenze che in esso si manifest&ograve; fin dal principio, tendenze che ancor oggi sotto altro nome si contendono un terreno ben altrimenti pi&uacute; vasto in tutti i paesi civili di Europa, vale non solamente ad attestarcene la complessit&agrave; e la ricchezza di motivi e di sviluppi (quali non poteva non presentare un movimento che inform&ograve; poi largamente di s&eacute; la vita della nazione) ma anche ad avvicinarlo a noi, a ravvivarlo quasi si trattasse di vicende attuali, che coinvolgono i nostri interessi e attirano quindi la nostra intensa attenzione.</i><br /><i>Molti scrittori mi hanno preceduto nella piacevole fatica di narrar per disteso le fasi di quel movimento, inquadrandolo nell&rsquo;ambiente morale e politico del tempo; ma o si sono limitati ad ammucchiare alla rinfusa e senza discernimento l&rsquo;abbondante materiale o, ed &egrave; questo il caso pi&uacute; generale e dal punto di vista storico pi&uacute; deplorevole, si sono avvicinati al tema con spirito partigiano; v&rsquo;&egrave; chi si &egrave; limitato allo studio del movimento operaio mazziniano, mantenendo uno sdegnoso quanto stupido riserbo sul contemporaneo movimento internazionalista; v&rsquo;&egrave; chi ha fatto precisamente l&rsquo;opposto. Tutti comunque hanno compiuto opera meritoria raccogliendo, ciascuno nel proprio campo, una ricca messe di notizie: io ho pensato di abbattere i confini piantati fra un campo e l&rsquo;altro, aiutando cos&iacute; il lettore ad abbracciarli con una sola occhiata. Strano a dirsi, vicende cos&iacute; vicine a noi sono tuttora avvolte in un fitto velo d&rsquo;incertezza quale forse non avvolge avvenimenti di qualche secolo addietro; gli &egrave; che gran parte del materiale, che avrebbe valso ad illuminarle, &egrave; non so se disperso o distrutto, certo non rintracciabile. Per parte mia non ho davvero esaurito il materiale conservato e consultabile; ma, giunto a questo punto delle mie ricerche, mi &egrave; parso di poter gi&agrave; dire qualcosa di non detto e interessante.</i><br /><i>Mia cura costante &egrave; stata quella di mantenere, in un argomento cos&iacute; gravemente compromesso dalle deformazioni partigiane, dalle frasi fatte, dalle facili generalizzazioni e dai giudizi alla brava, una rigida obiettivit&agrave;, alla quale ho forse qua e l&agrave; sacrificato un po&rsquo; della vivezza del racconto. Ma non so pentirmene.</i><br /><i>Un altro volume, al quale attendo, riprender&agrave; il filo della narrazione qui interrotta al 1872 per condurlo almeno fino alle soglie del secolo XX.</i>