Dell&rsquo;arte della guerra, composto tra il 1519 e il 1520 in forma di dialogo, &egrave; un superbo trattato di strategia militare che di fatto anticipa il fondamentale e pi&ugrave; conosciuto Della guerra (1832) del generale prussiano Carl von Clausewitz. L&rsquo;opera, dedicata al patrizio fiorentino Lorenzo di Filippo Strozzi, &egrave; divisa in un proemio al quale seguono sette libri e ruota intorno alla figura del comandante romano Fabrizio Colonna, sorta di alter ego di Machiavelli. Quest&rsquo;ultimo insiste sulla necessit&agrave; di una profonda riforma delle istituzioni militari e sull&rsquo;introduzione di milizie territoriali composte da fanti al posto della ormai superata cavalleria feudale. Avendo come modello le legioni romane dell&rsquo;et&agrave; repubblicana, lo scrittore fiorentino indica nei cittadini in arme, eticamente legati fra loro e alla comune patria, i soldati migliori e pi&ugrave; affidabili. Non pi&ugrave; dunque indisciplinate e pericolose truppe mercenarie, ma milizie proprie. Questo il sistema che, a suo avviso, la Firenze rinascimentale dovrebbe adottare. Nonostante varie critiche ricevute al momento dell&rsquo;uscita del testo, il tempo ha dato ragione a Machiavelli, basti pensare alla formazione degli eserciti nazionali.<br /><br /><br />Niccol&ograve; di Bernardo dei Machiavelli nasce a Firenze il 3 maggio 1469. &Egrave; al tempo stesso scrittore, storico, drammaturgo, politico e filosofo. Fin da giovane impegnato in attivit&agrave; pubbliche, lavora per quindici anni al servizio della Repubblica fiorentina. Considerato come uno dei modelli dell&rsquo;&ldquo;uomo rinascimentale&rdquo;, deve l&rsquo;imperitura fama a opere come I discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio e Il Principe. Ancora oggi il suo pensiero rappresenta un punto di partenza imprescindibile per chiunque voglia intraprendere un coerente studio della moderna scienza politica europea. Muore a Firenze il 21 giugno 1527.