Caterina, la protagonista di questa storia, nasce poco più di tre lustri dopo la conclusione delle seconda grande guerra mondiale, nel versante tirrenico della Calabria, in un contesto rurale pervaso di tradizioni e di costumi che nella realtà di un mondo in veloce evoluzione sembra rendere le persone quasi figure anacronistiche.
I suoi giovani genitori erano, come tanti in quel contesto temporale e territoriale, analfabeti, e lei, bambina intelligente e vogliosa di imparare, ha un percorso scolastico travagliato e, frequentando squallide scuole rurali, facendo anche traumatici incontri con cattivi maestri, interrompe il suo percorso alla fine della quarta elementare a dodici anni di età, nell’indifferenza generale; delle istituzioni che alle scuole rurali per i figli dei contadini dedicavano strutture fatiscenti e maestri incapaci; dei genitori, che avevano bisogno delle sue braccia di ragazzina nella terra, e da analfabeti non capivano a cosa potesse servire a lei la scuola, per il suo futuro ruolo di donna bastava quello che la mamma e la vita le avrebbero insegnato.
Vive una adolescenza difficile, lavorando i campi ed accudendo le bestie, in un casolare senza acqua corrente e senza luce elettrica, accumulando dentro odio per un padre manesco e violento e rancore per una madre troppo remissiva.
E mentre in ogni altra realtà territoriale le ragazze della sua età frequentavano le scuole superiori, vivevano i primi filarini e scoprivano i primi turbamenti dei sensi, a quindici anni nel mondo di Caterina una ragazza poteva essere considerata in età da marito, e la mamma e le sue comari erano sempre in moto per trovarle un fidanzato, e perfino dal lontano Canada paesani da decenni emigrati erano tornati in paese con il figlio ventenne per fargli conoscere questa ragazza, di cui avevano visto solo una fotografia ma era una donna della loro terra che sarebbe stata la sposa ideale per ricreare lontano un angolo di Calabria; lei però sfuggiva sempre ai quei giochi rifiutando ogni compromesso.
Dopo anni di tormenti e traversie, riesce, quasi diciottenne, a realizzare il suo sogno di libertà, andare via da quel contesto, e si inserisce con capacità e soddisfazione in un nuovo mondo.
E, pur nell’euforia della sua libertà, vive con il pensiero fisso che le aveva insinuato nella testa la madre “tu non sei un maschio”, fino a quando scambia una bella amicizia per amore e con il fidanzato torna al paese e celebra il suo matrimonio con tutta la famiglia finalmente tranquilla.
Si realizza sul lavoro, e, con la nuova maturità, scopre che quella bella amicizia non era amore, ma ha la capacità di preservare quella bella amicizia pur sciogliendo il matrimonio, e con molta originalità vive l’evento con un “viaggio di fine nozze”.
I suoi giovani genitori erano, come tanti in quel contesto temporale e territoriale, analfabeti, e lei, bambina intelligente e vogliosa di imparare, ha un percorso scolastico travagliato e, frequentando squallide scuole rurali, facendo anche traumatici incontri con cattivi maestri, interrompe il suo percorso alla fine della quarta elementare a dodici anni di età, nell’indifferenza generale; delle istituzioni che alle scuole rurali per i figli dei contadini dedicavano strutture fatiscenti e maestri incapaci; dei genitori, che avevano bisogno delle sue braccia di ragazzina nella terra, e da analfabeti non capivano a cosa potesse servire a lei la scuola, per il suo futuro ruolo di donna bastava quello che la mamma e la vita le avrebbero insegnato.
Vive una adolescenza difficile, lavorando i campi ed accudendo le bestie, in un casolare senza acqua corrente e senza luce elettrica, accumulando dentro odio per un padre manesco e violento e rancore per una madre troppo remissiva.
E mentre in ogni altra realtà territoriale le ragazze della sua età frequentavano le scuole superiori, vivevano i primi filarini e scoprivano i primi turbamenti dei sensi, a quindici anni nel mondo di Caterina una ragazza poteva essere considerata in età da marito, e la mamma e le sue comari erano sempre in moto per trovarle un fidanzato, e perfino dal lontano Canada paesani da decenni emigrati erano tornati in paese con il figlio ventenne per fargli conoscere questa ragazza, di cui avevano visto solo una fotografia ma era una donna della loro terra che sarebbe stata la sposa ideale per ricreare lontano un angolo di Calabria; lei però sfuggiva sempre ai quei giochi rifiutando ogni compromesso.
Dopo anni di tormenti e traversie, riesce, quasi diciottenne, a realizzare il suo sogno di libertà, andare via da quel contesto, e si inserisce con capacità e soddisfazione in un nuovo mondo.
E, pur nell’euforia della sua libertà, vive con il pensiero fisso che le aveva insinuato nella testa la madre “tu non sei un maschio”, fino a quando scambia una bella amicizia per amore e con il fidanzato torna al paese e celebra il suo matrimonio con tutta la famiglia finalmente tranquilla.
Si realizza sul lavoro, e, con la nuova maturità, scopre che quella bella amicizia non era amore, ma ha la capacità di preservare quella bella amicizia pur sciogliendo il matrimonio, e con molta originalità vive l’evento con un “viaggio di fine nozze”.
Ean
9788822859655
Titolo
Il viaggio di fine nozze. E-book. Formato Mobipocket
Autore
Editore
Data Pubblicazione
2016
Formato
Mobipocket
Protezione
Filigrana digitale
Classificazione
Classificazione CCE
Punti Accumulabili