Rubo passi. Proprio cos&igrave;, passi. Li sottraggo a chi arriva a casa tardi la sera e non vede l&rsquo;ora di sdraiarsi sulla poltrona del soggiorno per imbambolarsi davanti al televisore. A chi utilizza l&rsquo;automobile per qualsiasi spostamento, specie breve, e magari non si preoccupa di un parcheggio in doppia fila pur di evitare l&rsquo;inutile fatica di un metro in pi&ugrave; a piedi. Rubo a quelli che rimangono a letto l&rsquo;intera domenica a smaltire una sbronza solenne, a quelli che scambiano volentieri la lampada abbronzante con una passeggiata all&rsquo;aperto o che salgono sui monti soltanto per riempirsi lo stomaco nel ristorante vicino alla statale. Aspetto l&rsquo;attimo propizio, mi avvento come un falco e li ghermisco, in un batter di ciglia. Li raccolgo, ordinati, sulla mensola della cantina, uno sopra l&rsquo;altro. Quando raggiungono una cifra importante inizio i preparativi. Trovo una guida studio le tappe programmo il viaggio. Ci vogliono almeno due anni per racimolarne la quantit&agrave; necessaria. Dell&rsquo;ordine di un milione. Un&rsquo;attesa lunga, infinita, che culmina in uno scoppio di felicit&agrave; incontenibile. Il momento &egrave; arrivato. Lo zaino &egrave; pronto. Si parte.<br />Dal 2006 al 2010 sono stato per tre volte pellegrino a Santiago de Compostela, nel nord della Spagna. La prima lungo il camino franc&eacute;s, il pi&ugrave; conosciuto e frequentato, quasi novecento chilometri, dai Pirenei all&rsquo;oceano, trentasei giorni straordinari, indimenticabili. La seconda partendo da Siviglia e percorrendo la via de la Plata, mille chilometri di solitudine deserto e silenzio, un mese e mezzo di viaggio estenuante. L&rsquo;ultima da Oviedo, la capitale delle Asturie, seguendo le nobili orme di re Alfonso II il Casto attraverso l&rsquo;itinerario pi&ugrave; antico, risalente agli inizi del IX secolo, e chiamato per questo primitivo.<br />Lungo la strada ho cercato di tenere nota degli incontri, dei paesaggi, delle sensazioni che stavo provando. Per poterli ricordare e rivivere. Scrivevo nel tardo pomeriggio prima di cena, spesso a giorni alterni, lottando contro la stanchezza. Frasi semplici, pensieri spezzati, immagini di un istante, da riannodare al ritorno.<br />Queste pagine vogliono essere quel nodo, una rete intrecciata col filo sottile delle emozioni.<br />Il libro primo narra del pellegrinaggio sul camino franc&eacute;s, lungo gli ottocentosettanta chilometri che separano St. Jean Pied-de-Port, sul versante transalpino dei Pirenei, da Fisterra, estremo lembo d&rsquo;Occidente. Uno dopo l&rsquo;altro, un milione trecentomila passi. Diverse foto arricchiscono il libro.<br />Buona lettura.