Lo storico e accademico rumeno <b>Nicolae Iorga</b> pubblica una <b>Breve storia dei Romeni</b>, un singolare atto di omaggio all&rsquo;Italia, nel <b>1911</b>. Il testo mette in rilievo,&nbsp;con particolare cura, le connessioni accertate tra la civilt&agrave; italiana e quella danubiana nei vari secoli.<br /><br />Il nome <b>Romania</b> deriva dall&#39;aggettivo latino <i>romanus</i> (romano). L&#39;Impero romano identificava le zone conquistate con la parola in lingua latina Rom&agrave;nia.<br />Il nome Romania &egrave; usato ufficialmente per denominare le terre dell&#39;attuale Stato solo dalla seconda met&agrave; del XIX secolo. Prima si parlava di <b>Valacchia</b> (Terra Romena - <i>Tara Rom&acirc;neasca</i> in romeno) e <b>Moldavia</b> per denominare i principati a popolazione romena. Laddove il nome valacchi deriva dai termini Vlah, Walsch, ecc. utilizzati dalle popolazioni germaniche e slave per denominare tutte le genti europee di lingua latina, i valacchi chiamavano s&eacute; stessi romani.<br />Il motivo per cui i romeni si identificano attraverso la parola latina <i>romanus</i>&nbsp;comincia a essere menzionato a partire dal XVI secolo da alcuni autori, tra i quali alcuni umanisti italiani che ebbero modo di viaggiare in Transilvania, Moldavia e Valacchia.<br /><br /><b>Nicolae Iorga</b> (Boto?ani, 17 gennaio 1871 &ndash; Strejnic, 27 novembre 1940) &egrave; stato uno storico, politico, accademico museologo e letterato rumeno. Come affermato dal critico letterario <b>George Calinescu</b>, Iorga, nei primi decenni del secolo XX, ha giocato nella cultura romena &quot;il ruolo di Voltaire&quot;.