Le memorie di Nikolaj Punin, che si focalizzano sul 1917, anno cruciale per le sorti individuali e collettive in Russia, ripercorrono gli anni irrequieti e turbinosi delle avanguardie artistiche attraverso i vividi ritratti di alcuni dei suoi protagonisti come Chlebnikov, Majakovskij, Larionov, Malevic e Tatlin. Coinvolto in prima persona nell&rsquo;organizzazione della vita artistica di Pietrogrado, Punin ricostruisce gli eventi storici e politici di cui &egrave; diretto testimone, alternando intensi flashback autobiografici e resoconti di cronaca politica, articoli di giornali e documenti ufficiali a brillanti descrizioni della vita quotidiana e riflessioni sull&rsquo;estetica, l&rsquo;arte e la filosofia.<br />Dal 1914 frequenta assiduamente l&rsquo;&laquo;Appartamento n. 5&raquo;, dove vive il pittore Lev Bruni, conservatore dell&rsquo;Accademia di Belle Arti, con il quale costruisce un profondo sodalizio. L&rsquo;aria dell&rsquo;&laquo;Appartamento N. 5&raquo; &egrave; letteralmente impregnata di idee rivoluzionarie. Questi fermenti innovatori, la libert&agrave; nella sperimentazione e l&rsquo;affermazione del valore rivoluzionario della creazione artistica, saranno determinanti nella formazione di Punin come teorico della nuova arte. Nell&rsquo;appartamento, ubicato nella sede dell&rsquo;Accademia, s&rsquo;incontra il fiore dell&rsquo;intelligencija artistica della capitale; qui, tra appassionate dispute teoriche, si va formando l&rsquo;arte delle avanguardie e si vanno delineando i nuovi fondamenti estetici che Punin avrebbe difeso con rigore nella sua parabola esistenziale e intellettuale e nella sua produzione.