<i>Cresceva in un giardino una Sensitiva che gli zeffiretti nutrivano di argentea rugiada; ed essa alla luce apriva le sue foglioline a ventaglio e le richiudeva sotto i baci della notte.<br />E la Primavera, sentita ovunque come lo spirito d&rsquo;amore, si lev&ograve; sul vago giardino: ed ogni fiore ed ogni erba del bruno seno della terra si dest&ograve; dai sogni del suo riposo invernale.Ma nel campo, nel giardino, nella fratta nessun fiore fremette e palpit&ograve; mai di beatitudine come cervia nel meriggio in dolce bisogno d&rsquo;amore, quanto la solitaria Sensitiva.<br />Il bucaneve, indi la violetta, sorsero dal suolo inumiditi di tepida pioggia, e il loro alito si confuse al fresco alito della zolla erbosa, come la voce al suono dello strumento. Sorsero gli screziati anemoni e l&rsquo;ardito tulipano e i narcisi, i pi&ugrave; bei fiori fra tutti, che fisano gli occhi nei recessi del ruscello fino a che non muoiono della loro propria vaghezza; e il mughetto simile alla Naiade che la giovinezza fa s&igrave; bello e la passione tanto pallido che il bagliore delle sue tremule campanule si vede attraverso ai loro padiglioni di tenero verde; e il giacinto, purpureo e bianco e azzurro, sprigionante dalle sue campanule un&rsquo;armonia cos&igrave; delicata, tenera ed intensa che il senso percepivala come un profumo; e la rosa come ninfa movente al bagno che, a piega a piega, scopriva l&rsquo;intimo del suo seno ardente fino ad abbandonare ignudo alla languida aria lo spirito della sua bellezza e del suo amore; e il giglio levava in alto, come una Menade, la sua coppa dal color di luce lunare, fino a che l&rsquo;ignea stella che &egrave; suo occhio fissava traverso la chiara rugiada ne l&rsquo;amoroso cielo; e il timido gelsomino e la dolce tuberosa il pi&ugrave; soave fiore che sbocci per la fragranza: tutti i rari fiori di ogni clima crebbero in quel giardino in uno splendore perfetto.</i>