Ne L&rsquo;Urlo di Munck &egrave; magistralmente evidenziata l&rsquo;angoscia esistenziale dell&rsquo;artista, cos&igrave; come l&rsquo;urlo disperato di una donna col &ldquo;pancione&rdquo; svela a Valentina la tragicit&agrave; del &ldquo;furto&rdquo; di una bottiglia d&rsquo;acqua. Tragicit&agrave; come risultato di vite vissute in balia di &ldquo;argomentazioni&rdquo; o &ldquo;schematizzazioni&rdquo; teorizzate in termini di &ldquo;globalizzazione&rdquo; e &ldquo;finanziarizzazione&rdquo; e sbandierate come &ldquo;progresso&rdquo; illimitato e globale (ossia per tutti) e che ha invece prodotto una globale, tragica crisi umanitaria devastante e di difficile soluzione se non con immediati, globali (anche i predatori) e doverosi &ldquo;sacrifici&rdquo;.&nbsp;<br />Valentina, figlia indesiderata (&ldquo;stai attento&rdquo;: sollecito di sua madre al padre e da lui sempre disatteso) in conflitto con lei che le rimanda la &ldquo;colpa&rdquo; di esistere, trova nel giornalismo una possibilit&agrave; di vita. In missione per un reportage sul collegio femminile in Afghanistan, il &ldquo;caso&rdquo;: l&rsquo;irruzione predatoria di soldati, la trova in colloquio con le ragazze e (creduta una di loro) &egrave; rapita e costretta allo stesso destino. Un &ldquo;inferno&rdquo; da dove solo le &ldquo;precauzioni&rdquo; della famiglia di Karima, una studentessa con cui si relaziona, riuscir&agrave; a liberarle.&nbsp;<br />La &ldquo;segretezza&rdquo; di Karima e famiglia (le daranno anche la somma necessaria per gli scafisti) rende possibile il &ldquo;ritorno&rdquo;. L&rsquo;imbarco, difficile, complicato, problematico: terrificante impatto con il trafficante. Poi il &nbsp; trambusto, la pressa. Il pestaggio per l&rsquo;imbarco: il terribile nubifragio: i tuoni del cielo e del mare, gli strilli, Il gommone che &ldquo;balla&rdquo;, le spinte, le doglie, le urla della donna, le sue. Il primo vagito e il pianto di una creatura, nella tragicit&agrave; del momento &egrave; la &ldquo;speranza&rdquo; che si fa &ldquo;vita&rdquo;. Vale giura: si &ldquo;occuper&agrave; di &ldquo;lei&rdquo;. E il gommone sbanda, acqua a secchiate ed &egrave; buio, oblio... Il risveglio a Lampedusa.&nbsp;<br />Risveglio nebuloso con dubbi e indecisioni nell&rsquo;Indolente ricerca di un &ldquo;segno&rdquo; che le indichi la &ldquo;strada&rdquo;. La &ldquo;bellezza&rdquo; le si presenta quale senso e rifugio. A casa, in agguato, la &ldquo;fatica di vivere&rdquo; la travolge: la nonna, il padre, la sorella coinvolti e ghermiti da linguaggi &ldquo;mielati&rdquo;, comportamenti e leggi incompatibili con responsabilit&agrave;, uguaglianze sociali ed efficienze organizzative. Il disimpegno, la noncuranza e il solipsismo imperante soffocano ogni possibilit&agrave; di cambiare la societ&agrave; in meglio. Torna sui suoi passi e nell&rsquo;inganno ritrova la &ldquo;consapevolezza di s&eacute;, l&rsquo;impegno, l&rsquo;importanza di accogliere l&rsquo;altro da s&eacute;, di ritrovare il &ldquo;noi&rdquo;.&nbsp; &ldquo;Nessuno nasce buono o cattivo n&eacute; lo diventa da s&eacute;&rdquo;. Ora, l&rsquo;obiettivo di Vale &egrave; ritrovare la bambina nata a compimento di un nuovo &ldquo;avvento&rdquo;. Incontro a delusioni e pericoli, e con l&rsquo;aiuto e le premure di Simone, riprende il viaggio e le ricerche. Il caso a farle da guida, non manca di fronteggiarla con oscurit&agrave; e flash sino a ch&eacute;, in pieno possesso di s&eacute;, non trasmuta il &ldquo;caso&rdquo; in destino. &ldquo;Destino&rdquo; quale &ldquo;valore/dono&rdquo; di &ldquo;vita&rdquo;.&nbsp;