Le&nbsp;<i>Quaestiones</i>&nbsp;2 (&laquo;Se l&rsquo;oggetto adeguato della conoscenza divina sia&nbsp;l&rsquo;essenza di Dio o l&rsquo;ente universale&raquo;) e 3 (&laquo;Se le creature secondo le&nbsp;loro proprie nature e le loro essenze siano vita in Dio e nel Verbo&raquo;)&nbsp;della&nbsp;<i>Distinctio</i>&nbsp;35 dello&nbsp;<i>Scriptum</i>&nbsp;di Pietro Aureoli sono importanti per&nbsp;la ricostruzione sia del pensiero del loro autore che della storia della&nbsp;dottrina delle idee divine nel Medioevo. Aureoli rifiuta il modello&nbsp;tradizionale di causalit&agrave; esemplare, secondo cui Dio avrebbe creato il&nbsp;mondo sulla base di modelli archetipi esistenti dall&rsquo;eternit&agrave; nella sua&nbsp;mente. Ricorrendo al concetto di&nbsp;<i>aequivocatio</i>, stabilisce che l&rsquo;essenza&nbsp;di Dio &egrave; in maniera equivoca l&rsquo;unico esemplare per tutte le creature ed&nbsp;elabora, cos&igrave;, la teoria della causalit&agrave; esemplare equivoca.