&ldquo;Proprio quando la fantasia sembra imbrattare la tela della verit&agrave; i suoi non sono errori: sono il solo riscatto, l&rsquo;unica salvezza concessi all&rsquo;uomo dalla divagazione dell&rsquo;arte&rdquo;. &Egrave; con queste parole che Placido Petino ci conduce al centro di questo suo coinvolgente racconto. Laddove i documenti non arrivano pi&ugrave; a darci le risposte che cerchiamo, la fantasia risveglia nel lettore suggestioni, immagini e pensieri che ci fanno vivere in prima persona questo viaggio a ritroso nel Cinquecento, facendoci conoscere pi&ugrave; da vicino personaggi come Don Giorgio Rioli, detto Siculo, probabilmente l&rsquo;espressione pi&ugrave; autentica del tumultuoso scorrere della vita nelle abbazie siciliane del XVI secolo. Un racconto tra storia e fantasia che ci far&agrave; interrogare su alcuni dogmi religiosi, sulla fede cristiana, sull&rsquo;Islam e su pratiche come la <i>taqiyya</i>&hellip; Vi &egrave; qualcosa che ogni uomo deve porre al di sopra di qualsiasi dogma della religione e di qualunque religione. &Egrave; la certezza della vita e il dono della ragione che da essa promana. Questa consente all&rsquo;uomo con il solo ausilio della logica di indagare ogni mistero al di l&agrave; degli apparenti limiti dello spazio e del tempo.<br />&nbsp;