Trent&rsquo;anni dopo la morte dei genitori, la protagonista, che mai &egrave; riuscita a rassegnarsi a questa perdita, per un caso fortuito ritorna a Campione d&rsquo;Italia, dove ha vissuto da bambina.<br />Campione d&rsquo;Italia &egrave; sinonimo di Casin&ograve;, e la sala da gioco le riporta alla mente il padre, il suo <i>favoloso pap&agrave;</i>, che a lungo vi ha lavorato. Arriva spontanea la necessit&agrave; di riannodare i ricordi, riassettare le esperienze e nel farlo, in una sorta di lettera aperta, racconta al padre quanto &egrave; accaduto nella sua vita e nel mondo negli anni in cui lui non c&rsquo;&egrave; stato.<br />Primula Galantucci si apre alla suggestione della memoria, scardina le difese e si consegna alla pagina bianca riempiendola di amore e di voglia di vivere. La bambina timida e riservata di un tempo si rivela cos&igrave; per la donna determinata che &egrave; oggi, risoluta a non farsi stritolare dalle dinamiche societarie di una professione affascinante quanto spietata, appassionata di musica jazz, sempre disponibile per gli amici. E nel ripercorrere, con un pizzico di nostalgia agrodolce, i luoghi che il padre frequentava, incontra i suoi colleghi i quali, ora che la casa da gioco &egrave; fallita, le raccontano di lui e di alcuni aneddoti della vita del Casin&ograve; e dei suoi assidui giocatori.<br />Il viaggio a ritroso nel tempo, per il Lettore, si trasforma in una riflessione sui legami e sulle dinamiche familiari troppo spesso intrise di <i>e se...</i>