Sette racconti brevi volti a esplorare, utilizzando un registro stilistico e narrativo modulato, la differenza, intesa come capovolgimento della ripetizione di ruoli e tempi, come sostanza attiva e pulsante sotto le pi&ugrave; variegate forme d&rsquo;identit&agrave;. L&rsquo;<i>altro</i> si fa elemento essenziale per liberare dal vaso di Pandora, nelle recondite profondit&agrave; dell&rsquo;animo umano, l&rsquo;universo emozionale di cui ogni individuo, in quanto tale, si fa portatore. Emblematico in tal senso, il racconto &ldquo;Prima colazione&rdquo; strutturato in modo tale che il lettore ha la sensazione di cogliere al volo una conversazione al bar, un dialogo ai limiti del monologo tra il proprietario cieco e i suoi compagni di vecchia data, un sordo e un muto; si assiste a un processo dialettico di ricerca, durante il quale la debolezza si fa forza e la pena, frustrazione.<br />Per altro verso molto interessante &egrave; il racconto &ldquo;Il regno dei Vuoti&rdquo;, apparentemente una favola della buonanotte che un nonno molto premuroso racconta al nipotino. In questo regno, posizione sociale e relativi privilegi derivano dal numero di facce di cui ognuno dispone, finzione e apparire sono viatici della potenza, &egrave; nelle bettole della decadente periferia che si possono ascoltare le tristi storie delle vittime dei Vuoti; la portata della differenza consiste nell&rsquo;obiettivo del nonno ovvero non di illudere la nipotina per assicurarle un sonno incantato bens&igrave; quello di disilluderla, aiutandola a rimanere sveglia e vigile in futuro.<br />Ai limiti estremi della tematica generale &egrave; il racconto &ldquo;Illudopatia&rdquo; che affronta il problema attualissimo della ludopatia. Una vecchietta investe la gran parte della pensione nelle slot, si assiste in questo caso a un duplice processo, umanizzazione della macchina e disumanizzazione dell&rsquo;anziana signora che non riuscendo pi&ugrave; a distinguere il demoniaco apparecchio dalla nipote, perder&agrave; il senno cercando d&rsquo;inserire, al posto delle monete, lumachelle&hellip;