Renato Serra (1884-1915), scrittore e critico letterario, &egrave; stato uno dei pi&ugrave; brillanti e promettenti intellettuali italiani del primo Novecento, venendo riconosciuto come l&rsquo;anticipatore della critica stilistica. Allievo di Giosu&egrave; Carducci all&rsquo;Universit&agrave; di Bologna, collabor&ograve; con <i>La Voce</i> ed &egrave; stato direttore della Biblioteca Malatestiana di Cesena. Autore di importanti saggi e opere letterarie, si arruol&ograve; come volontario allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, rimanendo ucciso in combattimento sul monte Podgora, a soli trent&rsquo;anni.<br />Il saggio di Renato Serra <i>La Fattura</i>, il cui sottotitolo &egrave; <i>Episodio di uno studio intorno a Gabriele D&rsquo;Annunzio</i>, apparve nel 1911 su <i>La Voce</i> e venne successivamente incluso nella raccolta <i>Scritti di Renato Serra</i>, a cura di Giuseppe De Robertis e Alfredo Grilli (Le Monnier, Firenze 1931). Si tratta di uno dei saggi pi&ugrave; interessanti che siano mai stati scritti sul Vate, un saggio in cui della &ldquo;religione delle lettere&rdquo;, Serra si fece erede e testimone sulle soglie di un Novecento, non amato, screditato nei suoi valori espressivi e artistici, eppure intensamente, febbrilmente vissuto.<br />Con introduzione di Nicola Bizzi.