Lo studio di Ren&eacute; Gu&eacute;non <i>Conosci te stesso</i> (<i>Connais-toi toi-m&ecirc;me</i>) venne originariamente pubblicato in lingua Araba sulla rivista <i>El-Maarifah</i> nel Maggio 1931, venendo poi ripreso da <i>&Eacute;tudes Traditionnelles</i> sul numero 290 del Marzo 1951, due mesi dopo la morte del grande intellettuale, filosofo, esoterista, iniziato e mistico francese al Cairo, in Egitto.<br />In <i>Conosci te stesso</i>, Gu&eacute;non affronta la celebre massima <i>gnothi saut&oacute;n</i> (<i>&gamma;&nu;?&theta;&iota; &sigma;&alpha;&upsilon;&tau;?&nu;</i>, in Latino <i>nosce te ipsum</i>) che era riportata sulla facciata del Tempio di Apollo a Delfi, analizzandola e interpretandola in tutti i suoi molteplici aspetti e significati. Poco importa se Antistene la attribu&igrave; al filosofo e matematico Talete, se sia stata ideata da uno dei Sette Savi, come ipotizz&ograve; Porfirio, o se sia stata pronunciata dall&rsquo;Oracolo delfico (e quindi attribuita ad Apollo stesso) in risposta a un quesito di Chilone, come riferiscono altri autori. Essa rispecchia una sapienza antichissima, che si perde nella notte dei tempi, una Sophia iniziatica che venne incarnata da Giamblico, Proclo, Plotino, Plutarco, Platone, Socrate e, prima ancora, da Parmenide, Pitagora e dalle massime guide spirituali e sacerdotali di Eleusi, il <i>Temenos dell&rsquo;Umanit&agrave;</i>. Si tratta quindi di una massima che, come osserva Gu&eacute;non, non pu&ograve; essere interpretata esclusivamente da un punto di vista filosofico, poich&eacute; cos&igrave;, come il mezzo non pu&ograve; essere preso per un fine, l&rsquo;amore per la saggezza non pu&ograve; costituire la stessa saggezza. E poich&eacute; la saggezza &egrave; di per s&eacute; identica alla vera conoscenza interiore, si pu&ograve; dire che la conoscenza filosofica non sia che una conoscenza superficiale ed esteriore. Essa non ha dunque in s&eacute; e per s&eacute; un valore proprio, ma costituisce solamente un primo grado nella via della Conoscenza superiore e vera che &egrave; la Sapienza, la <i>Sophia Perennis</i>.