Proprio nel mezzo, tra due mari, il Ligure e l&rsquo;Adriatico, proprio in mezzo a due catene di monti, le Alpi e gli Appennini, proprio nel centro della grande pianura e appoggiato su un argine, proprio a met&agrave; del fiume che l&rsquo;ha formato, c&rsquo;&egrave; un microscopico villaggio. Una frazione, poche case, una chiesa di quasi mille anni, costruita dai benedettini; e acqua, acqua ovunque.<br />Non c&rsquo;&egrave; altro, ma resiste qualcosa di strano in quel trascurabile schizzo di abitato, seduto sull&rsquo;umido punto pi&ugrave; basso della pianura padana.<br />Resiste il tempo che passa immobile, dando l&rsquo;impressione di volersene andare altrove.<br />Da questo piccolo e insignificante villaggio, partono cinque storie che lo riconoscono paradigma di una grande terra, cinque storie di pianura, romantiche e autentiche, oneste e disossate, che il borgo di partenza non nominano mai, facendolo diventare una specie di &ldquo;Macondo&rdquo; padana, la cui solitudine dura decisamente da pi&ugrave; di cent&rsquo;anni e continuer&agrave; nell&rsquo;ovattato isolamento dalla provincia pi&ugrave; profonda.<br />Cinque racconti in cui l&rsquo;antico paese senza nome vive le virt&ugrave; e le colpe, subisce le conseguenze dei propri sbagli, del suo cronico vizio di non chiedere. Vite di esseri umani che di quella plaga coltivano le paure pi&ugrave; buie e gli errori pi&ugrave; imperdonabili, quelli che solo il tempo di un fiume, e non quello degli uomini, &egrave; in grado di lenire.