Una penna e un foglio bianco: e la vita comincia a scorrere<br />attraverso le parole. Ho sempre amato scrivere, dare<br />voce ai sentimenti, percorrere i moti dell&rsquo;anima, della<br />fantasia, della realt&agrave;. Non so se riesco a suscitare emozioni:<br />le mie sono l&igrave;, sulla carta.<br />Linguaggio chiaro e limpido, capacit&agrave; di commuovere e semplicit&agrave; contraddistinguono gli scritti di Rita Bini. Semplicit&agrave; che &egrave; leggerezza, come la definisce e raccomanda a chi scrive Italo Calvino nelle sue <i>Lezioni americane</i>. Leggerezza che non &egrave; superficialit&agrave;, ma saper &ldquo;planare sulle cose dall&rsquo;alto&rdquo;, senza eccessi.<br />Molte sue pagine sono liriche, ricche di descrizioni e paesaggi vivi e cullate sull&rsquo;onda dei ricordi. Coglie con finezza la poesia delle piccole cose, degli affetti, dei sogni e delle speranze.<br />Rita Bini si emoziona e sa emozionare il lettore, trasmette <i>pietas</i>, ad esempio davanti alla sofferenza di malati giovani (si vedano le pagine di <i>Les feuilles mortes</i> e dell&rsquo;<i>Astronave di Anna</i>) o agli orrori di tutte le guerre (<i>Il rosso dei papaveri</i> o <i>Se questo &egrave; un uomo</i>). Tuttavia non scivola mai nel sentimentalismo, nelle frasi a effetto, nell&rsquo;orrido. Gusto e misura sono la sua cifra.<br />Abbiamo bisogno di pagine come queste per continuare a vivere, non avendo paura di emozionarci e guardando il mondo che ci circonda con i suoi occhi.