&Egrave; un giorno come tanti e il medico di provincia Monsieur Lumeaux, tornando a casa dopo una visita a domicilio, viene colto dall&rsquo;idea di entrare nella Cattedrale di Autun per osservarne la luce dell&rsquo;alba. Pi&ugrave; che un&rsquo;idea, &egrave; una specie di improvviso e inspiegabile bisogno. Nonostante vi sia entrato pi&ugrave; volte, mai come in quella occasione osserva il riverbero delle vetrate, al punto che decide di scoprire l&rsquo;artefice di un tale capolavoro. Per le sue ricerche si rivolge a Padre Auguste il quale, consultando gli archivi ecclesiastici, lo mette sulla pista giusta trovando finalmente un nome. Lucio Redor.<br />Sanno soltanto che il cognome era di origine veneziana, che aveva la qualifica di mastro vetraio e che &egrave; deceduto l&rsquo;anno in cui fu terminata la costruzione dell&rsquo;edificio. Per il resto l&rsquo;identit&agrave; dell&rsquo;uomo rimane un mistero. Allora Lumeaux si ricorda di un&rsquo;antica filastrocca popolare che parlava di un Veneziano divenuto pazzo; chiedendo dettagli al nonno paterno, viene a sapere che si trattava di un vetraio del XII secolo. Ammesso che fossero la stessa persona, cos&rsquo;era successo per portarlo alla follia?<br />Il nome di Redor &egrave; legato a un passato non ben chiaro, e a una donna di nome Odette, bruciata al rogo con l&rsquo;accusa di stregoneria. Nonostante siano trascorsi degli anni, d&rsquo;un tratto la presenza della donna sembra tornare a farsi viva. Il figlio di Lucio, Flavio, n&rsquo;&egrave; testimone, ma non sa chi sia veramente la strega perch&eacute; il padre non ne ha mai parlato. Colpito da sogni e incubi in cui gli appare il suo volto, il ragazzo &egrave; sempre pi&ugrave; perplesso e domanda spiegazioni. Lucio tace. Nessuno dei due immagina quale oscura vendetta si sta preparando, e quali rovinosi eventi sconvolgeranno le loro vite.