L&rsquo;uomo nel corso della sua vita matura delle certezze, tuttavia, alcune cose rimangono velate di domande e dubbi forse irrisolvibili. La stessa fede religiosa in Dio vacilla di fronte all&rsquo;esperienza del male che adombra l&rsquo;esistenza e fa scricchiolare ogni riferimenti al divino. Credenti in un Dio creatore, onnipotente e Buono, scettici, agnostici e atei sono accomunati dal problema del male, fisico e morale, che non &egrave; un fenomeno marginale facilmente trascurabile, bens&igrave; una realt&agrave; innegabile nella vita degli uomini e delle donne d&rsquo;ogni epoca. Esso prima ancora di essere una questione filosofica &egrave; un problema pratico ed esistenziale, non risolvibile per mezzo delle riflessioni teoriche. Tuttavia, pur tenendo conto di questa impossibilit&agrave; di rimanere esenti dal male e di trovare una soluzione permanente, rimane il compito di dare una risposta al meno ragionevole alla storica domanda Si Deus est, unde malum? Se Dio esiste, perch&eacute; c&rsquo;&egrave; il male? Se Dio &egrave; giusto e Sommo Bene perch&eacute; lo permette? Perch&eacute; non interviene con la sua Onnipotenza e Provvidenza? Dov&rsquo;&egrave; Dio? Perch&eacute; si nasconde?<br /><br /><b>Roberto Marinaccio</b> (Gaeta, 1982) &egrave; dottorando in missiologia presso la Pontificia Universit&agrave; Urbaniana. Si occupa di studi religiosi, teologia delle religioni e del rapporto tra il cristianesimo, le culture e le religioni locali. Dal 2011 al 2013 ha vissuto a Taiwan dove ha svolto attivit&agrave; di studio presso l&rsquo;Universit&agrave; Cattolica Fu Jen di Taipei e ricerche sul campo interessandosi delle religioni cinesi.