Zamora. E-book. Formato EPUB - 9788830593725
di Roberto Perrone
edito da HAPERCOLLINS ITALIA , 2024
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In occasione dell’uscita del film diretto e interpretato da Neri Marcorè, lo splendido romanzo del compianto Roberto Perrone torna a commuoverci e a farci sorridere con un’insolita e meravigliosa amicizia, capace di rimescolare le carte e cambiare per sempre la vita di due strani, indimenticabili eroi.
Walter Vismara ha trentasei anni e fa il ragioniere in una piccola fabbrica tessile di Milano. La sua è un’esistenza tranquilla, fatta di piccoli gesti ripetuti: ogni giorno dietro a una scrivania per far quadrare i conti e la domenica un cinema o un teatro con la sorella Elvira. Quando viene licenziato, però, quell’intimo universo di abitudini consolidate inizia a scricchiolare. La nuova azienda di guarnizioni presso cui trova lavoro è dinamica e moderna, ma il capo, il cavalier Tosetto, ha una vera e propria ossessione per il football, o meglio, per il fòlber, come dice lui. Ogni giovedì, sottopone i dipendenti a estenuanti allenamenti in vista dell’incontro dell’anno, la partita “scapoli-ammogliati” allo stadio Breda di Sesto.
Vismara odia il calcio, non sa niente di questo sport, e finisce sempre per fare il portiere. Così, i colleghi iniziano a canzonarlo chiamandolo “Zamora”, come il leggendario giocatore del Real Madrid, che lui, naturalmente, non ha mai sentito nominare. Tutte le settimane, il ragioniere neoassunto scende in campo per sottoporsi a quella pubblica umiliazione, ma è presto stanco delle battutine dei compagni e decide di seguire il consiglio della sorella: prendere “ripetizioni” da Giorgio Cavazzoni, ex portiere del Milan che ha dilapidato i guadagni di una brillante carriera in donne e alcol, ma che è forse l’unico in grado di aiutarlo.
"Nella sua vita fatta di abitudini consolidate, di piccoli gesti ripetuti in continuazione, Walter non si sentiva affatto solo. Viveva bene, con sua sorella Elvira nella grande casa lasciata in eredità dai genitori, pace all’anima loro, mancati da qualche anno. Non era un uomo brutto, anche se non si considerava interessante, non era ignorante, anche se non particolarmente colto. Era un ragioniere milanese di trentasei anni, abbastanza giovane da pensare di poter ancora mettere su una famiglia, ma non certo di immaginare una, seppur breve, carriera calcistica."