In E ti scrivo, Roberto Uttaro si presenta come un archeologo di emozioni nell&rsquo;intento di riportare alla luce lettere di un tempo trascorso ma cos&igrave; vivo nella sua memoria anche se paradossalmente distante ed impalpabile. Rispolverando tra i cassetti del passato e nelle pieghe pi&ugrave; segrete della coscienza, i discorsi stagionati nel tempo hanno ripreso a riecheggiare nei pensieri e nei ricordi &hellip; Dietro la volont&agrave; di riafferrare quanto trascorso, l&rsquo;inchiostro posato sulla carta sembra conservare la memoria del tempo che fu: le sensazioni, i sentimenti, le emozioni, gli stati d&rsquo;animo, gli affetti, i propositi, le inquietudini, le incertezze&hellip;<br />Il libro, una autobiografia circoscritta dal 2 gennaio al 23 marzo 1995, si presenta come una corrispondenza epistolare tra un giovane allievo dell&rsquo;Accademia Navale di Livorno ed i propri affetti familiari. Sono frammenti di vita vera che volteggiano dalle calde pareti domestiche fino alle fredde stanze dell&rsquo;Accademia, immagini concrete, dai colori accesi che il tempo, con il suo inesorabile fluire, non &egrave; riuscito a sommergere sotto il peso dei tanti momenti tra loro sovrapposti&hellip; sono ricordi dai contorni piacevolmente sbiaditi come in quelle fotografie in cui il paesaggio fa solo da cornice ai volti che fissano la telecamera, quasi a voler bucare l&rsquo;obiettivo&hellip;<br />Per la sua spontaneit&agrave;, E ti scrivo, &egrave; indirizzato a tutti: a chi tra i giovani sta per spiccare il volo, a chi tra i genitori si interroga su come insegnare ai propri figli ad uscire dal porto delle proprie certezze e prendere il largo con tenacia e sicurezza&hellip; a chi vuole semplicemente leggere per apprendere, perch&eacute; ogni volta che qualcuno scrive o dice qualcosa c&rsquo;&egrave; sempre qualcun altro che apprende e rispondendo insegna qualcosa in pi&ugrave; che un altro comprender&agrave; ancora meglio&hellip;&hellip; e solo cos&igrave; la memoria non si perde.<br />Dopo tutto, fissare per iscritto il vissuto &egrave; un po&rsquo; come far rivivere ancora una volta ci&ograve; che altrimenti, nel silenzio che il tempo sa regalare, andrebbe perduto.<br /><br />Prof. Cosmo Pasciuto<br /><br /><br />Roberto Uttaro nasce a Formia il 28 maggio 1975. Trascorre l&rsquo;infanzia e l&rsquo;adolescenza a Gaeta dove frequenta l&rsquo;Istituto Tecnico Nautico &ldquo;Giovanni Caboto&rdquo; e, nel 1993, consegue brillantemente il Diploma di Maturit&agrave; in qualit&agrave; di &ldquo;Macchinista Navale&rdquo;. Nel 1995, frequenta l&rsquo;89&deg; corso Allievi Ufficiali di Complemento presso l&rsquo;Accademia Navale di Livorno. Dopo aver assolto il servizio di leva come Guardia Marina su Nave Maestrale, di stanza a La Spezia, nel 1996 si imbarca come Allievo Ufficiale di Macchine sulle navi della marina mercantile. Dal 1998 al 2000 frequenta il 73&deg; corso &ldquo;Ortigara II&rdquo; Allievi Marescialli ramo Mare della Guardia di Finanza, prima a Portoferraio e successivamente a Gaeta. Promosso al grado di Maresciallo nel 2000 frequenta il corso di specializzazione come &ldquo;Tecnico di Macchine&rdquo; presso la Scuola Nautica di Gaeta, classificandosi al I&deg; posto. Spicca nel suo ventennale servizio come &ldquo;Fiamma Gialla&rdquo; il periodo trascorso a Lampedusa, in prima linea, nella lotta contro l&rsquo;immigrazione clandestina e nel salvataggio delle vite umane in mare. &Egrave; coniugato con la signora Nunzia De Vivo, e padre di Marika e Manuel. &Egrave; appassionato di Storia e Letteratura, in particolare della realt&agrave; risorgimentale e post-risorgimentale.