Il celeberrimo Koan Zen, cio&egrave; una specie di indovinello spirituale, ha impegnato molte generazioni di ricercatori per risolverlo. Anche Rocco Aversa ci ha provato e, dopo aver trovato le soluzioni pi&ugrave; varie, ha concluso di aver sbagliato proprio perch&eacute;, in verit&agrave;, nel pi&ugrave; profondo spirito Zen questo indovinello non ha soluzioni!<br />Secondo un bellissimo libro letto dall&rsquo;autore stesso, dove si narra la storia di un occidentale che per imparare a tirare con l&rsquo;arco chiede aiuto a un celebre maestro Zen. Quest&rsquo;ultimo risponde che non deve impegnarsi e non deve concentrarsi per riuscire nel proprio intento.<br />&laquo;Il s&eacute; tira&raquo; dice sempre il maestro. Che significa ci&ograve;? Una concezione dualistica dell&rsquo;uomo, propria anche dello yoga e che risale fino a Platone. Un&rsquo;anima splendida, praticamente perfetta e capace di grandi cose, rinchiusa in una mente bizzarra e spesso sviata e brancolante. Cos&igrave; &egrave; lo Zen. Calmare, bypassare la mente per far emergere lo splendore dell&rsquo;anima, appunto, l&rsquo;atman immortale, come dicono gli Yogi. Anche la produzione poetica Zen affonda le sue radici in questa visione del mondo.<br />&Egrave; con questo spirito che Rocco Aversa ha fatto nascere le 51 Poesie Zen occidentali, dove il valore della poesia non sta tanto nell&rsquo;immagine sintetica o nelle locuzioni, quanto nel cammino svolto per farla emergere. Vedere le cose di ogni giorno con meraviglia e gioia e da un punto di vista nuovo, molto pi&ugrave; profondo. Questa visione Zen &egrave; considerata da lui molto attuale e senza tempo. Vale oggi come in passato e come in futuro.