Toscana litoranea, anni &rsquo;60. L&rsquo;abolizione della mezzadria e l&rsquo;esplosione dell&rsquo;industria hanno rivoluzionato la vita delle campagne. Non tutti i contadini sono disposti a rinchiudersi in fabbrica, a divenire operai, cos&igrave; alcuni di essi, per scelta o per obbligo, si trasformano in braccianti, orgogliosi di conservare quelle conoscenze preziose, acquisiste da generazioni, che facevano dell&rsquo;agricoltura un&rsquo;arte pi&ugrave; che un mestiere.<br />Nella silloge sono raccolte alcune storie dell&rsquo;incontro tra un giovane neolaureato, cittadino, e queste persone, ricche di umanit&agrave;, ma soprattutto di buon senso, temprate alle fatiche e ai disagi, abituate da sempre a confrontarsi con la volubilit&agrave; del clima, opponendo a esso la loro intelligenza e la preziosa manualit&agrave;. Nonostante questo conservano uno stretto legame con le loro tradizioni: la caccia, la burla al cittadino, lo scherzo a volte un po&rsquo; cattivo al vecchio che mal si adatta alle nuove situazioni, senza accorgersi che questi per non deluderli recita volutamente la parte dello sciocco. Queste persone ora non ci sono pi&ugrave; e di esse si sono persi anche gli stampi.